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Da sottolineare che, per limitare per quanto possibile l’eventualità di infezioni da parte di virus animali (che è l’ipotesi avanzata per spiegare il decesso di Bennett), i cuori di maiale erano stati sottoposti a screening con metodi più accurati e sensibili e sono stati seguiti protocolli rigorosi per la prevenzione di trasmissione di malattie infettive zoonotiche. Al di là di questi controlli aggiuntivi, tutto il processo ha imitato quello già implementato per i trapianti di cuore umano-umano. “Il nostro obiettivo è integrare le pratiche utilizzate in un tipico trapianto di cuore, solo con un organo non umano che funzionerà normalmente senza l’aiuto aggiuntivo di dispositivi o medicinali non testati“, ha spiegato Moazami. “Cerchiamo di confermare che gli studi clinici su questa nuova sorgente di organi possono andare avanti utilizzando pratiche di trapianto collaudate“.
I nuovi tentativi di xenotrapianto sono un ulteriore passo per comprendere meglio gli aspetti meccanici, molecolari e immunologici del trapianto di xenocuore, fornendo informazioni a cui la Food and drug administration (Fda) statunitense potrà attingere per decidere se avviare una concreta sperimentazione su persone viventi. Fino allo scorso anno, infatti, tutti gli esperimenti erano praticati su primati non umani.La strada è ancora lunga, ma gli esperti sono convinti che si possa e si debba percorrere.Probabilmente, però, serviranno ulteriori test su persone cerebralmente morte prima di passare allo step successivo.