giovedì, Luglio 3, 2025

The Sandman è stato molto più di un fumetto

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Sandman, la saga a fumetti creata da Neil Gaiman, si è conclusa – almeno per i lettori più fedeli – più di un venticinque anni fa: più precisamente nel 1996, quando la Dc Comics pubblicò nel Regno Unito Sandman #75, il numero finale di un’opera acclamata dalla critica che non solo ha consacrato Gaiman come autore eccezionale, ma ha contribuito a dare prestigio (Norman Mailer una volta lo descrisse come “un’opera per intellettuali“) al fumetto come medium. Dopo sette anni, settantacinque numeri (più un’edizione speciale) e una trama che si dipana lungo millenni, Sandman concluse la sua corsa: una rarità nel mondo dei comics mainstream, dove i personaggi spesso sopravvivono ai loro creatori.

Adattamenti e spin-off

Se non fosse che, ovviamente, Sandman non era davvero finito. Più di trent’anni dopo aver scritto la prima sceneggiatura, Gaiman è tornato a lavorare sull’opera, cambiando il mezzo di comunicazione attraverso il quale racconta la storia. La serie tv tratta dal fumetto che ha debuttato su Netflix il 5 agosto e non è però l’unica trasposizione di Sandman attualmente in circolazione. Audible realizza un audiolibro della storia dal 2020, con un cast che annovera gli attori James McAvoy, Kat Dennings e il Brian Cox di Succession, e che vede come narratore lo stesso Gaiman.

Anche la Dc non ha abbandonato il personaggio di Morfeo (conosciuto anche come Sogno, l’Uomo della sabbia e in molti altri modi). Oltre ai due seguiti scritti da Gaiman – la graphic novel The Sandman: Endless Nights e una miniserie prequel in sei parti, The Sandman: Overture – la casa editrice ha pubblicato vari spinoff a fumetti scritti da diversi autori. Attualmente, l’acclamato James Tynion IV di The Nice House on the Lake sta scrivendo The Sandman Universe: Nightmare Country, un horror on the road sul ritorno del peggior incubo di Morfeo, il Corinzio.

In parole povere, pare che sia molto difficile dare l’addio a Sandman e abbandonare il Regno del Sogno di cui è il Signore. In un mondo in cui possono dedicarsi a innumerevoli altri universi a fumetti, gli studios e le case editrici finiscono spesso per tornare a Morfeo. Ma perché? Mettendo da parte la risposta laconica e un po’ cinica – per fare soldi – la vera ragione potrebbe risiedere nei concetti alla base della storia di Gaiman e dei suoi personaggi.

I motivi del fascino longevo di Sandman

L’Uomo della sabbia è letteralmente il Signore dei Sogni, l’essere che rende possibile viaggiare nei mondi che visitiamo quando ci addormentiamo. Fa parte di una famiglia di personaggi chiamati gli Eterni, ognuno dei quali è una personificazione antropomorfizzata di un concetto astratto. Ciascuno con un nome che, in inglese, inizia per D: Sogno (Dream), Distruzione (Destruction), Delirio (Delirium), Disperazione (Despair), Destino (Destiny), Desiderio (Desire) e, naturalmente, Morte (Death). Quest’ultima è diventata una vera e propria icona della cultura popolare, specialmente per quella fetta di fan “goth” che si è affezionata alla figura inconfondibile creata dall’artista Mike Dringenberg e ispirata alla modella Cinamon Hadley.

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