Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Il mistero si schiude lentamente, prima con il suicidio di una vicina di casa, chiaramente occultato, poi con le minacce di Frank ad Alice. Se la giovane protagonista tenta in tutti i modi di trovare una via di fuga da quella prigione, dall’altra Jack non sembra voglia assecondarla. Per quale motivo? E qui si gioca il twist del film. Il resto scopritelo al cinema dal 22 settembre.
Don’t Worry Darling se la cava sul piano dell’intrattenimento: il viaggio che Olivia Wilde ci porta a fare nella mente di Alice è intrigante. La seguiamo nei suoi sogni e incubi, nei ricordi, nelle momenti più intimi e in quelli più ossessivi. Il film però non sprizza di originalità: il sottotesto spazia dall’abuso di potere alla forza e coraggio delle donne che lottano contro il maschilismo dilagante, dalla sfrenata ricerca della felicità al controllo sull’essere umano, al progresso estremo. Temi proposti già nella La donna perfetta. Diciamo che la Wilde li presenta su un piatto da portata speziato.
«Con questo film ci dobbiamo ricordare che tutto è una metafora», dice la regista, «il Progetto Victory deve far pensare che tutto ciò che è bello è anche sinistro».