giovedì, Luglio 3, 2025

Ora sappiamo a quando risale l'amputazione chirurgica più antica del mondo

Must Read

Questo articolo è stato pubblicato da questo sito

Oltre 30.000 anni fa, nel sud-est asiatico, veniva eseguita la prima amputazione chirurgica di cui siamo a conoscenza: è quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Griffith University, in Australia, e pubblicato sulla rivista Nature. All’inizio del 2020, infatti, gli scienziati hanno rinvenuto, in una grotta del Borneo indonesiano, lo scheletro di un giovane individuo a cui mancava il piede sinistro: dalle analisi condotte è emerso che, sorprendentemente, la rimozione dell’arto non sia stata accidentale e che il giovane paziente, prima della sua sepoltura, sia sopravvissuto altri 6-9 anni. Prima di questa scoperta, gli esperti facevano risalire l’operazione chirurgica più antica mai datata a 7000 anni fa: adesso, secondo gli autori dello studio, quest’ultimo ha il potenziale di cambiare la comprensione della storia degli interventi medici e delle pratiche socio-culturali umane.

Quando si parla di storia della medicina, è opinione comune che le prime grandi innovazioni in questo ambito, come per esempio lo sviluppo delle procedure chirurgiche, siano state associate a nuovi problemi di salute insorti con l’emergere delle società agricole stanziali, intorno a 10.000 anni fa (durante la cosiddetta rivoluzione neolitica, il periodo in cui Homo sapiens è passato da essere cacciatore-raccoglitore a coltivare cereali). In effetti, finora l’operazione chirurgica più antica mai rinvenuta era attribuibile ai resti, risalenti a circa 7.000 anni fa, di un contadino neolitico europeo (trovato a Buthiers-Boulancourt, in Francia) il cui avambraccio sinistro era stato chirurgicamente rimosso e poi parzialmente guarito: questa operazione avrebbe richiesto una conoscenza completa dell’anatomia umana e una notevole abilità tecnica, ed è stata quindi considerata la prima evidenza in assoluto di un atto medico complesso.

Tb1 e la sua sepoltura

Lo studio australiano scardina questa evidenza, spostando le coordinate spazio-temporali della prima operazione chirurgica di oltre 20.000 anni più indietro e in un altro continente. Nel 2020, infatti, un gruppo di archeologi australiani ha rinvenuto, nella grotta di Liang Tebo (in una regione del Borneo indonesiano che, nelle sue aree carsiche, contiene alcune delle più antiche opere d’arte rupestre al mondo) i resti di un giovane adulto di circa 19-20 anni (chiamato nello studio “Tb1”), che sembra essere stato sottoposto a sepoltura funeraria: attraverso alcune analisi di datazione, i ricercatori hanno stimato che lo scheletro risalisse al tardo Pleistocene, in un periodo compreso tra 31.000 e 30.000 anni fa, rendendola la più antica sepoltura intenzionale di un essere umano moderno mai rinvenuta nel Borneo.

Tuttavia, questa non era l’unica particolarità riscontrata in Tb1: lo scavo ha rivelato che lo scheletro del giovane individuo non aveva il piede sinistro e che i frammenti della tibia e del perone sinistro presentavano una crescita ossea insolita, compatibile con la guarigione a seguito di un’amputazione chirurgica. 

- Advertisement -spot_img
- Advertisement -spot_img
Latest News

Il rapporto di Francesca Albanese, relatrice delle Nazioni Unite, accusa le big tech di sostenere l'occupazione di Israele

Secondo il rapporto stilato da Francesca Albanese, Microsoft e il consorzio Project Nimbus, abbiano continuato a fornire supporto a...
- Advertisement -spot_img

More Articles Like This

- Advertisement -spot_img