giovedì, Luglio 3, 2025

Cinque strategie utili per combattere la tristezza

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La tristezza è anche questione di cattive abitudini. Dai piccoli gesti quotidiani, o anche dai modi di fare o di porci alle persone, dipende non solo la nostra salute, ma anche la qualità della nostra vita. Se ci sentiamo sottotono, svogliati, magari anche molto stanchi, senza un motivo contingente e grave,  spesso è perché abbiamo assunto un’impostazione che ci impedisce di vedere tutto ciò che c’è di bello fuori dal mondo in cui ci siamo chiusi, e che ci porta a perdere le piccole e grandi opportunità che può offrirci ogni singola giornata. Un’attitudine da non sottovalutare: quando atteggiamenti come questo diventano cronici è essenziale chiedere il parere e l’aiuto di un’esperto. Quando, però, questa tristezza è momentanea, può essere utile mettere in atto qualche strategia: mangiare meglio, dormire meglio, fare sport sono sempre in cima alla lista perché sono la base per sentirsi più in forma e di buon umore, ma anche sperimentare nuovi modi per osservare noi stessi e il mondo può essere molto funzionale. Eccone 5, per cominciare:

Smetterla di concentrarsi sulle cattive notizie

Dal nostro modo di vedere e interpretare il mondo dipende anche il nostro modo di vivere il mondo. Fate una prova: guardate i gattini su YouTube, e poi mettetevi a leggere le brutte notizie di cronaca della giornata. Cosa vi fa stare meglio? La risposta è ovviamente «i gattini» ma questo non vuol dire che non si debbano leggere le notizie di cronaca. Tutto sta nel come si leggono: farlo in modo ossessivo, come spesso facciamo da quando è cominciata la pandemia, può far stare molto male. Uno studio pubblicato sulla rivista Health Communication condotto su  1.100 adulti statunitensi ha raccontato che il 16,5% degli intervistati ha l’abitudine “gravemente problematica” di consumare cattive notizie, e questo causa malasseri come ansia, stress e depressione.

Non dare un nome alla paura

«Sono felice», ma anche «Ho paura»: dovremmo imparare a dirlo a noi stessi ma anche agli altri quando stiamo male, perché dare un nome alle nostre emozioni, oltre a consentire a chi ci sta vicino di darci una mano, ci aiuta a comprenderle ed elaborarle. Anche in questo caso, non si tratta di una semplice impressione: uno studio di risonanza magnetica funzionale pubblicato su Psychological Science ha provato che dare un nome alle emozioni ne riduce l’impatto sul cervello e quindi sul nostro umore. In questo caso gli scienziati hanno visto in particolare che l’amigdala, la parte del cervello che attribuisce significato emotivo agli stimoli provenienti dal mondo esterno, si attiva al momento dello stimolo, ma poi va a riposo quando si dà un nome all’emozione provata. Insomma, etichettare ciò che si prova fa la differenza: fa riposare persino il cervello. 

Dare la colpa agli altri

Quante volte, se siamo siamo arrabbiati, attribuiamo la colpa al mondo esterno? Ovvero a qualcosa che è successo, o – peggio – a una persona? È un modo di reagire istintivo ma controproducente, perché questo rimuginare ci fa impiegare energie inutilmente. Più efficace, invece, come insegna anche la mindfulness, concentrarci sul modo in cui ci sentiamo noi e come reagiamo noi, ma senza giudicare: prendere atto dei nostri pensieri e delle nostre emozioni rispetto a un determinato stimolo, ci aiuta a capire cosa ci fa stare male e ci allena a reagire in situazioni complesse.

Vivere nel futuro (e non nel presente)

Qui e ora: è l’imperativo delle persone felici, che sanno godersi la vita come viene e cogliendo l’attimo. Un classico delle persone tristi, infatti, è pensare solo al futuro convinti che la propria felicità dipenda da qualcosa che si realizzerà. «Sarò felice quando farò carriera» o «Sarò felice quando avrò una macchina nuova» sono frasi tipiche di chi tende a essere triste. Non è una strategia funzionale, perché non è da un singolo tassello della vita che dipende la nostra vita, che invece è fatta delle piccole cose di ogni giorno.

Non dire «grazie»

A proposito di piccole cose che rendono speciale la vita, vi siete mai soffermati su quanto siano belle e importanti quelle che avete? È un modo per esercitare la gratitudine, altra caratteristica delle persone felici, che hanno capito che anziché perdere tempo ed energie in pensieri negativi, o costruire la propria idea di mondo perfetto su un futuro remoto, valorizzano le cose e soprattutto le persone che li circondano. 

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