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C’è una scena, in Questo mondo non mi renderà cattivo, la nuova serie animata di Zerocalcare su Netflix, in cui il protagonista Zero, appunto, si reca nello studio di animazione per dire alle tante persone che lavoravano in chiave metanarrativa alla serie che bisogna rifare da capo un sacco di scene (quelle del commissariato, in particolare, perché mancavano i “segni in faccia”, i lividi cioè proprio sul volto di Zero). È un modo ironico e paradossale rendere omaggio alle tante persone che lavorano nel dietro le quinte dell’animazione, che è sempre un lavoro stratificato e complesso: nelle scorse ore è stato diffuso un video che racconta proprio i segreti del processo creativo di questa serie, realizzata da Movimenti Production con lo studio d’animazione DogHead Animation:
“La cosa più bella di questo mestiere è ricevere ogni due-tre settimane della cose di cui avevi dato una versione grezza, o anche abbozzata, e ti torna indietro una sorpresa”, racconta proprio Zerocalcare, in veste anche di regista e sceneggiatore. Il metodo di lavoro illustrato nella clip è del resto piuttosto lineare: il disegnatore realizzava le prime stesure delle puntate e poi tutto il team, dagli scenografi agli storyboardisti, aggiungeva poi un pezzettino. Per questo Zerocalcare esita a definirsi “regista”, “perché è pur vero che molte cose dal punto di vista del linguaggio cinematografico le ha fatte qualcun altro”.
Ma, modestia a parte, è chiaro che questo è un lavoro molto complesso e realizzato da una squadra molto diversificata e organizzata. Tante le sfide da affrontare, in particolare il cambio di passo rispetto alla prima serie realizzata nel 2021: “Se in Strappare lungo i bordi dovevamo settare un linguaggio che passasse dalla carta stampata al prodotto audivisivo”, spiega Giorgio Scorza di Movimenti Production, produttore e regista tecnico assieme a Davide Rosio: “In questo caso c’è stato proprio un approfondimento del messaggio, sia dal punto di vista della durata sia dal non creare una stagione due”. In questa stagione si è usato principalmente l’animazione paperless, cioè quando si disegna digitalmente ogni immagine dell’animazione stessa, piuttosto che i cutout, ovvero pezzi di carta ritagliati che riproducono l’illusione del movimento
Alessio Giurintano, direttore artistico di DogHead Animation, ci tiene però a precisare una cosa: “Sfatiamo il mito che sia il computer a fare tutto, non è vero: è un lavoro molto artigianale, il software è solo uno strumento che ti permette di velocizzare il lavoro, che all’80% è fatto proprio con le mani”. Tra i vari trucchi del mestiere descritti nel video, poi, ci sono termini come rig, ovvero dei “pupazzetti” digitali creati sui vari personaggi per facilitare il lavoro degli animatori. Ma nella serie compaiono anche altre tecniche d’animazione come la pixelation che simula i videogiochi o la stop-motion attraverso l’uso della carta (scelta perché, quando si parlava dei migranti al centro della serie, sballottati da un luogo all’altro, si usa la metafora dei “pacchi”). Insomma, è chiaro che tutto ciò che in Questo mondo non mi renderà cattivo sembra il più spontaneo e naturale possibile è frutto di riflessioni e lavorazioni estremamente complesse.