giovedì, Luglio 3, 2025

Pirateria online, le nuove regole contro

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Il 28 giugno 2023 la Commissione giustizia e ambiente del Senato ha approvato, senza modifiche rispetto al testo già approvato lo scorso marzo dalla Camera dei deputati, il disegno di legge n. 621, in materia di “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della diffusione illecita di contenuti tutelati dal diritto d’autore mediante le reti di comunicazione elettronica” (in gergo, il ddl anti-pirateria). Dopo l’approvazione finale del Senato, mancano la promulgazione da parte del presidente della Repubblica e la pubblicazione in Gazzetta ufficiale perché il testo diventi legge.

Il provvedimento mira a rafforzare gli strumenti volti a permettere la repressione, in tempi estremamente rapidi, della pirateria online, secondo una linea di azione già espressa nel regolamento Agcomin materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica” del dicembre 2013. Rispetto a quest’ultimo vi sono però novità molto significative.

Il precedente regolamento prevede infatti, come mezzo di reazione alla pirateria da parte dell’Autorità (in sintesi), l’ordine di rimozione immediata dei contenuti illeciti se ospitati su server presenti in territorio italiano o, in caso di server ubicati all’estero, l’ordine ai fornitori di connettività operanti in Italia di inibirne l’accesso dal territorio nazionale. L’ordine deve essere emanato entro un termine di 35 giorni, riducibili a 12 giorni nel caso di violazioni massive.

Il ddl anti-pirateria alza nettamente il livello dei mezzi di contrasto, mettendo a disposizione di Agcom nuovi strumenti: l’Autorità (a seconda dei casi) potrà ordinare il blocco della risoluzione DNS dei nomi di dominio, il blocco degli indirizzi IP e/o dell’instradamento del traffico di rete verso gli indirizzi IP. La “risoluzione DNS” è il servizio che permette di tradurre una sequenza di lettere, che è facile da memorizzare e forma il nome a dominio del sito (a.e. www.wired.it) in un indirizzo IP (sequenza di numeri che è diversa per ogni sito, lo identifica in maniera univoca ed è il suo vero “indirizzo”). Si tratta di un servizio offerto sia dai fornitori di connessione Internet sia da altre società.

L’ordine dell’Autorità comprende “il blocco di ogni altro futuro nome di dominio, sottodominio, ove tecnicamente possibile, o indirizzo IP, a chiunque riconducibili, comprese le variazioni del nome o della semplice declinazione o estensione (cosiddetto top level domain), che consenta l’accesso ai medesimi contenuti”. In casi di particolare gravità, come quando la violazione riguardi prime visioni di opere cinematografiche e audiovisive o eventi sportivi, l’ordine può essere adottato senza aver prima sentito la posizione del fornitore di servizi.

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