domenica, Giugno 1, 2025

Tormentoni estivi italiani, i migliori di sempre

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E c’è lo zampino, ancora una volta decisivo, di Ennio Morricone anche in Abbronzatissima, successo di Edoardo Vianello dell’estate del 1963 (al solito, musica di Vianello e testi di Carlo Rossi) arrivato al primo posto in classifica. Abbronzatissima è una delle canzoni più famose degli anni Sessanta italiani e ancora oggi è considerata un simbolo della stagione estiva. Il colpo di genio, però, ancora una volta arrivò da Ennio Morricone. I fiati e quel “A-A-bbronzatissima” che danno il via alla canzone sono merito suo. Nell’estate del 2002 la canzone sarebbe stata ripresa dal rapper Brusco, con il titolo Sotto i raggi del sole, e sarebbe diventata di nuovo un successo.

Azzurro (1966)

Azzurro è un altro grande successo estivo rimasto nella storia e tornato di continuo nelle nostre vite: non solo ad ogni estate ma, molto spesso, anche ogni volta che si è trattato di sostenere la nostra squadra di calcio ai mondiali.  Scritta da Vito Pallavicini e Paolo Conte per Adriano Celentano, è una di quelle canzoni entrate immediatamente nell’immaginario fino a diventare uno dei brani più popolari in tutto il mondo non solo di Celentano ma anche di tutta la musica italiana, assieme a Nel blu dipinto di blu di Domenico Modugno. Nel 1966 era entrato nel Clan Celentano come autore un giovane avvocato di Asti con la passione per la musica, un certo Paolo Conte. Il suo contratto con la RCA Italiana era in scadenza, così Conte aveva iniziato a collaborare con il Clan Celentano ed aveva scritto alcune canzoni per Adriano. Tra queste ce n’era una pensata per essere cantata con sua moglie Claudia Mori, La coppia più bella del mondo. Ma sarà Azzurro a far affermare Paolo Conte come musicista. Eppure non fu facile, all’inizio. “Quando uscì Azzurro ci fu una levata di scudi perché andava controcorrente rispetto ai ritmi dell’epoca” avrebbe raccontato Paolo Conte. “Sogghignarono in molti, ma io me ne infischiavo perché avevo applicato a quella canzone degli echi poetici che fanno parte della nostra sensibilità. Fui capito dal pubblico: Azzurro ebbe un grande successo. Tutte le mie canzoni nascono con questo spirito: scrivere una musica un po’ fuori moda, un po’ segreta, che vada a cercare in fondo a noi le risonanze della nostra identità…”. Ed è vero. Se ci pensate, quella musica non è ben definibile: non è un rock, non è un lento, non è una ballata, non è un liscio. È una specie di marcetta, qualcosa di mai sentito, e quel testo di Vito Pallavicini pare essere stato scritto su misura per Celentano, perché ci sono tutte le tematiche care all’artista: amore, ecologia, religione. E poi c’è quel ritornello, enfatico, trascinante e dalla grande carica ritmica e sonora. L’arrangiamento orchestrale di Nando de Luca era originale e moderno.

Acqua azzurra, acqua chiara (1969)

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