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A frustrare gli startupper è il rigido quadro di pianificazione, programmazione, budget ed esecuzione degli acquisti, utilizzato per allocare le risorse nelle forze armate. È stato istituito negli anni Sessanta per porre fine ai conflitti di interesse, ma l’enorme burocrazia lo rende notoriamente lento e difficile da gestire.
Progettato per l’acquisizione di beni fisici come parti di aerei e carri armati, secondo i critici è inadatto al tipo di software che è destinato a rivoluzionare la guerra del futuro. La velocità di implementazione è infatti un fattore importante: “Quando si riesce a superare la fase di stallo [burocratico, ndr], la tecnologia è già obsoleta“, ha dichiarato Thomas Tull, investitore miliardario e presidente dello US Innovative Technology Fund. “Non è adatto per la velocità dell’innovazione“.
Il dispiegamento da parte dell’Ucraina di tecnologie a duplice uso – ovvero, che hanno applicazioni sia commerciali che di difesa – come le immagini satellitari e i droni autonomi ha aiutato gli Stati Uniti a colmare il divario tra i burocrati di Washington e il mondo del business californiano.
Per stare al passo con l’avanzata tecnologia cinese, è sempre più forte l’esigenza di attingere alle menti brillanti della Silicon Valley e ai suoi investitori più facoltosi. La sperimentazione da parte di Pechino di missili balistici antinave e di missili ipersonici a lungo raggio, probabilmente in grado di eludere i sistemi di difesa statunitensi, ha sottolineato quanto l’innovazione sia fondamentale come deterrente.
L’impatto dell’AI
E poi, naturalmente, è arrivato il cambiamento più grande di tutti: il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale. Diverse start-up del settore della difesa che sfruttano la potenza dell’AI hanno già cambiato il modo in cui le forze armate statunitensi raccolgono e distribuiscono le informazioni.
Quasi la metà del fatturato di Palantir, pari a 1,9 miliardi di dollari lo scorso anno, proviene da contratti con il governo degli Stati Uniti, tra cui la fornitura di un software di intelligenza artificiale che utilizza la tecnologia di sorveglianza e l’analisi dei dati per tracciare e seguire i sospetti terroristi, ad esempio. In aprile, Palantir ha dimostrato come la sua AI possa essere utilizzata per analizzare rapidamente una situazione sul campo di battaglia, generare potenziali linee d’azione e presentare un piano operativo per “neutralizzare” la minaccia.
L’intelligenza artificiale sta cambiando anche l’hardware militare. Nel dicembre 2022, ShieldAI ha pilotato il primo caccia F-16 senza pilota in un aeroporto a nord di Los Angeles. Si è trattato di una svolta per l’aeronautica militare statunitense, che ha incaricato ShieldAI di sviluppare altri veicoli aerei senza pilota. Con incentivi in crescita, il Pentagono e la Silicon Valley sono pronti a stringere legami molto più stretti, avvicinando la tecnologia utilizzata dai soldati in guerra a quella usata nel commercio e nell’industria, e accettando un ruolo molto più importante per il settore privato.