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Il 24 gennaio il Macintosh compie 40 anni, un traguardo che di solito rappresenta un’inesorabile pietra miliare della mezza età. E in effetti, nel 2023 le vendite del computer di Apple sono scese sotto i 30 miliardi di dollari, con un calo di oltre il 25 per cento rispetto ai 40 miliardi dell’anno precedente. Ma a differenza di una persona che va sempre in più in là con l’età, oggi i Mac sono più sottili, più veloci e durano molto di più prima di dover essere ricaricati.
Il mio rapporto con il computer risale ai suoi albori, quando ho avuto modo di dargli un’occhiata in anteprima a ridosso del lancio nel gennaio 1984. Ho persino scritto un libro sul Mac – Insanely Great –, descrivendolo come “il computer che ha cambiato tutto”. A differenza di ogni altro sottotitolo di un saggio, in questo caso l’iperbole era giustificata. Il Mac ha introdotto il modo in cui tutti i computer avrebbero funzionato un giorno, e l’abbandono dei comandi digitati per il controllo di una macchina ha inaugurato un’era che si estende alle odierne interazioni con nostri i dispositivi mobili. Tutto questo con un’attenzione al design che ha trasformato i nostri device.
Rivoluzione continua
Questa eredità si è rivelata duratura. Per la prima metà della sua esistenza, il Mac ha occupato solo una fetta del mercato, pur ispirando molti rivali; oggi invece rappresenta una quota sostanziale delle vendite di pc (anche per un gigante come Apple, 30 miliardi di dollari non sono certo una cifra da niente). Quando oggi pensiamo a un personal computer, inoltre, molti si immaginano un Macintosh. Il più delle volte, i laptop che popolano i bar e le postazioni di lavoro delle aziende tecnologiche lasciano filtrare dalla loro cover la luce dell’iconica mela di Apple. La società riporta che il suo Macbook Air è il modello di computer più venduto al mondo. Secondo un sondaggio del 2019, più di due terzi degli studenti universitari preferiscono un Mac.
Apple ha costantemente migliorato il suo prodotto, sia con il profilo sempre più sottile dell’iMac che con le 22 ore di autonomia del Macbook Pro. Il Mac poi è ancora una realtà. Se i Chromebook e i Surface vanno e vengono, la creazione di Apple rimane la regina del regno dei pc. “Non è una questione di nostalgia o di storia che ci passa davanti – spiega Greg “Joz” Joswiak, vicepresidente senior del marketing mondiale di Apple, in una rara intervista registrata con cinque dirigenti Apple coinvolti nell’operazione Macintosh –. Il fatto che lo abbiamo fatto per 40 anni è incredibile“.
L’evoluzione del Mac si potrebbe riassumere in diverse fasi. La prima versione ha dato il via a una rivoluzione nell’interazione uomo-computer, rendendo popolare l’interfaccia grafica all’interno di un insieme accattivante. Poi è arrivato il periodo del design, caratterizzato dall’iMac del 1998. Steve Jobs, da poco tornato a ricoprire il ruolo di amministratore delegato dell’azienda, sfruttò il modello per portare Apple sulla strada della ripresa e, in seguito, della gloria. Questo ingegno progettuale si è esteso anche al mondo dei software con lo sviluppo di Mac Os X, lanciato nel 2001. Gli anni Dieci sono stati segnati da un adattamento del Mac all’universo mobile che Apple aveva introdotto con l’iPhone. Più di recente, gli sviluppi più interessanti del Mac hanno riguardato il motore del computer, con un aumento della potenza che ha permesso di sbloccare nuove innovazioni. “Con la transizione ai chip Apple iniziata nel 2020, l’esperienza d’uso del Mac si è differenziata da qualsiasi altra cosa prima di allora“, afferma John Ternus, senior vice president of hardware engineering di Apple.