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Un’auto bianca ogni 5,48 Ncc: in Abruzzo circolano infatti 97 taxi e 532 vetture a noleggio con conducente. Auto, queste ultime, che potrebbero salire fino a 750, visto che ci sono 218 licenze ancora non assegnate. Sono questi i dati ottenuti da Wired nell’ambito della sua inchiesta sui taxi.
Le licenze taxi
Come detto, sono appena 97 i taxi in circolazione in Abruzzo, regione che al 1 gennaio 2023 contava una popolazione di 1.272.627 persone. Si tratta di 0,76 auto bianche ogni 10mila abitanti. Sono in realtà appena 13 i comuni abruzzesi che hanno emesso delle licenze nel corso degli anni. Nel grafico sottostante ecco il quadro completo.
Come si può vedere, l’incidenza più alta la si ha a Pescara: qui le 40 auto portano a una presenza di 3,37 taxi ogni 10mila abitanti. Da segnalare Teramo che, tra i quattro capoluoghi di provincia, è quella con l’incidenza minore: qui le auto bianche ogni 10mila residenti sono appena 0,58.
Il raffronto con gli Ncc
Per capire se le licenze taxi siano tante o siano poche, è utile confrontarle con quelle delle auto noleggio con conducente. Le quali, come detto, in Abruzzo sono 532. Ecco il risultato, nel grafico qui sotto.
Il confronto è abbastanza impietoso. Valga per tutti l’esempio della provincia dell’Aquila: qua circolano 21 taxi e 184 Ncc. Queste ultime sono quasi nove volte le prime. E potrebbero essere ancora di più. Ci sono infatti 218 licenze a noleggio con conducente disponibili e non ancora assegnate. Qui sotto entriamo nel dettaglio.
La provincia in cui si potrebbe aggiungere il maggior numero di Ncc è Chieti, dove ci sono ancora 107 licenze disponibili. Tornando all’Aquila, se venissero assegnate tutte le 47 licenze a noleggio con conducente vacanti, queste ultime sarebbero esattamente 11 volte quelle dei taxi.
Gli ultimi bandi
Oltre ad aver fornito i dati relativi alle licenze, come hanno fatto poche regioni tra cui Veneto, Emilia Romagna e Sardegna, la Regione Abruzzo ha anche fornito indicazioni rispetto agli ultimi bandi per la loro concessione. Per quanto riguarda i taxi, “nell’ultimo quinquennio non è stato dato corso ad aumenti di licenze”, si legge nella risposta all’istanza di accesso agli atti presentata da Wired. Il che significa che il numero delle auto bianche non è cambiato almeno dal 2019.
Almeno nel senso che ci sono comuni che non hanno mai visto crescere il numero di licenze taxi. È il caso del Comune di Pescara che ha comunicato di “non aver publicato bandi per licenze successivi alle assegnazioni originarie”. A quando risalgano, però, non è dato sapere. Tenuto però conto che nel 2010 la giunta pescarese approvò il nuovo regolamento taxi, è lecito immaginare che il mercato sia fermo almeno da una quindicina d’anni.
Sul fronte degli Ncc, “l’ultimo aumento risale al 2017 e ha interessato soltanto un comune che ne aveva fatto richiesta passando da sette a otto”. Anche se in realtà nel 2010 “in attesa di una riforma complessiva della materia, si stabilì di consentire, ove richiesto dai Comuni eventualmente interessati, aumenti non superiori al 10 percento del totale originariamente assegnato”. Difficile ipotizzare nuovi aumenti, se si pensa che, come detto, ci sono ancora 218 licenze Ncc non affidate.
Nei giorni scorsi l’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) ha sollecitato i Comuni di Milano, Napoli e Roma ad adeguare il servizio taxi rilasciando più licenze del settore. L’autorità antitrust ha condotto una analisi simile anche a Bologna, Firenze, Genova, Palermo e Torino. In generale, la linea dell’Agcm è di adeguare il numero delle licenze alla domanda spingendo l’aumento oltre il tetto del 20% fissato in via straordinaria nel cosiddetto decreto Asset, varato nel 2023 dal governo Meloni, e di rendere stabile ed effettivo il monitoraggio sulla qualità del servizio, richiedendo, almeno annualmente, alle cooperative di taxi le informazioni necessarie per stabilire se il numero di licenze attive sia sufficiente a soddisfare la domanda, rendendo pubbliche le informazioni.