domenica, Giugno 1, 2025

Cdp Venture Capital, come spenderà un miliardo in AI il fondo nazionale per startup

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Il Fondo nazionale innovazione ha suddiviso gli attuali investimenti in 4 aree, da quello meno a quelle più strategiche e da quelle in cui il venture capital è più debole a quelle in cui è più forte. Il focus sarà sui settori più strategici, ma meno coperti dai fondi di rischio: spazio, le infrastrutture e i trasporti, le tecnologie ambientali e pulite e l’industria con investimenti diretti. Strategici, ma demandati per lo più a investimenti indiretti, sono i settori della salute, delle scienze della vita e dell’agroalimentare. Fintech, insurtech, informatica e servizi e beni personali passano al capitolo indiretto, mentre gli investimenti in ambito media, commerciali, immobiliare, della chimica e dei materiali diventano opportunistici. Non si prevede però un’uscita anticipata da queste startup, che saranno sostenute come fatto finora.

A valle della riprogettazione del Fondo nazionale innovazione, Cdp Venture Capital intende aprire sette nuovi fondi early stage (le prime fasi di vita delle startup) dedicati a salute e scienze della vita; agroalimentare; spazio; energie e tecnologie per l’ambiente; futuro dell’industria e infrastrutture e mobilità; AI e cybersecurity. Sul piatto 1,3 miliardi (di questi, 1 miliardo arriva dal fondo AI sbandierato dal governo) e un obiettivo di 150 startup sostenute. Al fondo per le fasi avanzate di crescita delle startup vanno invece 160 milioni aggiuntivi per arrivare a quota 600. Oggi il fondo, come spiega la presidente di Cdp Venture Capital Anna Lambiase, vale “440 milioni euro, investe un ticket minimo di 10 milioni, per una media di 15-20 milioni”. In questo caso lo scopo è arrivare a circa 20 startup investite. C’è poi un miliardo dedicato a sostenere la rete degli acceleratori (dove avviare oltre 250 nuove startup), i fondi di venture capital aziendali (obiettivo: 50 nuove iniziative) e il trasferimento tecnologico. Infine il piano vuole allocare 2,2 miliardi aggiuntivi ai 700 milioni già allocati in fondi dei fondi (investimenti indiretti), con l’obiettivo di iniettare liquidità di 50-70 fondi.

Al momento Scornajenchi dice che Cdp non rilascia dati sull’andamento dei singoli fondi, ma in media le 500 startup sostenute danno lavoro 7.500 persone (obiettivo entro fine anno: arrivare a 10mila) e le exit hanno reso in media un ritorno di 3 volte rispetto al capitale investito.

Chi c’è nella stanza dei bottoni

Ci sono voluti sei mesi circa per varare il nuovo piano industriale. È il 4 ottobre quando Cdp formalizza la nomina di Scornajenchi come ad, anticipata da Wired due settimane prima. Con l’ex direttore finanziario di Terna (società delle reti energetiche), un cursus honorum tra Enel ed Engie, arriva sulla tolda di comando in veste di presidente Anna Lambiase, fondatrice della società di consulenza per la quotazione delle piccole e medie imprese Irtop Consulting e già nel board di Invitalia, società pubblica degli investimenti a sua volta controllata dal ministero dell’Economia e delle finanze (Mef) che ha il 30% del fondo per startup.

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