venerdì, Maggio 9, 2025

Conclave, le tecnologie per blindarlo e scongiurare le fughe di notizie

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Nel 2005 la Chiesa cattolica dispose il divieto di utilizzare i telefoni cellulari durante il conclave che elesse Papa Benedetto XVI. A vent’anni di distanza da quel momento, la morte di Papa Francesco ha fatto scattare i preparativi del processo che stabilirà il nome del nuovo pontefice. Le autorità ecclesiastiche hanno due priorità in particolare: preservare l’integrità dei cardinali che partecipano all’incontro e garantire che l’evento si svolga nella massima segretezza fino alla decisione finale.

Ma nel 2025 le sfide tecnologiche che dovrà affrontare il Vaticano per scongiurare il rischio di fughe di notizie sono senza precedenti: tra tutte, spiccano i sistemi di intelligenza artificiale, i droni e i satelliti militari.

Il conclave dovrebbe aprirsi in un periodo compreso tra i 15 e i 20 giorni dall’inizio della cosiddetta sede vacante (ma anche prima, nel caso in cui tutti i cardinali con diritto di voto siano già in Vaticano). Nel frattempo, gli organi della Chiesa stanno già lavorando per blindare l’evento con tecnologie all’avanguardia; e nonostante per il momento non siano stati diffusi in via ufficiale dettagli sulle loro disposizioni di sicurezza, l’elezione di Papa Francesco nel 2013 può fornirci indicazioni sulle rigorose strategie che saranno messe in atto per il prossimo conclave.

Ispezioni e jammer

Nonostante il Vaticano sia dotato dell’accesso a internet, nelle aree in cui i risiederanno cardinali e nella Cappella Sistina, dove si terrà il voto, saranno impiegati disturbatori di segnale. Questi strumenti – noti anche come jammer – sfruttano le interferenze alle radiofrequenze per impedire a due dispositivi di comunicare, trasformando di fatto un luogo in un bunker elettronico. Anche se qualcuno dovesse riuscire a entrare con un microfono, un telefono o un computer, non sarebbe quindi in grado di trasmettere informazioni all’esterno.

Detto questo, la possibilità che il personale amministrativo del Vaticano o gli stessi cardinali introducano device nella sede del conclave è remota. Le autorità ecclesiastiche ispezionano gli edifici per giorni alla ricerca di microfoni o telecamere non autorizzati, controllando anche personale religioso e partecipanti al voto.

Porte e finestre sigillate

I satelliti moderni sono in grado di fotografare i volti delle persone dallo spazio ed è possibile affidarsi a sistemi di intelligenza artificiale per interpretare i movimenti delle labbra. Ma dal momento che attualmente non esiste una tecnologia che consente di ottenere immagini ad alta risoluzione attraverso i muri, una delle migliori strategie anti-spionaggio per il conclave è anche la più basilare: chiudere porte e finestre.

Durante le riunioni e nelle loro stanze private, i cardinali che partecipano al voto non possono guardare fuori. Prima del loro arrivo inoltre il personale vaticano posiziona pellicole opache sulle finestre, in modo che nessun giornalista, satellite o drone possa fotografare l’interno.

Massima allerta

Con i suoi 0,44 chilometri quadrati il Vaticano è la nazione più piccola del mondo. Nel 2018 le sue strade erano sorvegliate da 650 telecamere, gestite da un centro di comando sotterraneo.

La sicurezza del territorio è poi garantita dal Corpo della gendarmeria dello stato della Città del Vaticano, che opera come una forza di polizia convenzionale, e dalla Guardia svizzera pontificia, che funziona invece come un esercito. Quest’ultima in particolare può contare su personale altamente addestrato e su una dotazione che comprende anche armi pesanti come mitragliatrici, fucili ed esplosivi.

Per l’evento che stabilirà il nome del successore di Papa Francesco è previsto l’arrivo di circa 200mila persone: il Vaticano sta già lavorando per farsi trovare pronto.

Questo articolo è apparso originariamente su Wired en español.

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