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Per sopravvivere, Sho-Fen ha preso in affitto uno stand in un mercato nel centro della città dove serve zuppe e noodles, ma il margine di guadagno è poco e rischia di essere mandata via quando si trova costretta a chiedere una proroga sul pagamento. Intanto la figlia più grande è in piena fase ribelle: disapprova le scelte della madre, si presta mal volentieri a dare una mano nello stand al mercato e ha una relazione con il proprietario del negozio in cui lavora che crede divorziato e che, invece, si scoprirà sposato e con figli.
L’unica immune alle tensioni e all’infelicità sembra essere I-Jing, almeno fino al giorno in cui il nonno nota che è mancina e la convince che la mano sinistra è uno strumento del diavolo, con il risultato di confondere la bambina e spingerla a commettere qualche sciocchezza (che, per fortuna, non poterà a conseguenze).
Shih-Ching Tsou torna con questo film a raccontare la vita di Taipei, la città dove è nata e cresciuta prima di trasferirsi a studiare a New York. E mette in scena le dinamiche famigliari di una società in cui conta quasi esclusivamente il figlio maschio, al quale tutto si concede e tutto si perdona. Un “asset” così importante che come si vede a un certo punto della storia, ci sono persone disposte persino a “comprarlo”.
Sho-Fen, infatti, oltre ad avere due sorelle, ha anche un fratello, il classico cocco di mamma, che si è trasferito a far fortuna all’estero e che torna per organizzare una cena di famiglia in occasione del sessantesimo compleanno della madre. Una cena che si trasformerà in puro melodramma quando segreti e bugie riaffiorano e dal passato.
Left-Handed Girl ha la capacità di intrattenere, commuovere e far ridere, attraverso il racconto di una quotidianità tutto sommato banale, tra litigi, silenzi, piccoli traumi, risate strappate da un bicchiere di troppo.
Caratteristiche che riportano a film che negli anni passati hanno visto Shih-Ching Tsou e Sean Baker lavorare gomito a gomito. Come Tangerine (2015), Un sogno chiamato Florida – The Florida Project (2017) diretti da Baker e prodotti da lei, e Take Out del 2004, che avevano co-scritto e co-diretto. Tutti film che sono stati premiati dal pubblico e dalla critica. The Florida Project, nello specifico, che era stato presentato in anteprima alla Quinzaine des Réalisateurs del Festival di Cannes, era valso anche una candidatura agli Oscar a Willem Dafoe come miglior attore non protagonista.