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I forni – in particolar modo quelli pirolitici da incasso – hanno ormai i super poteri. Sì perché accanto ai programmi di cottura automatici che non richiedono la supervisione umana, all’intelligenza artificiale che veste i panni di un assistente chef personale e al multitasking spinto che porta su questi elettrodomestici modalità di cottura extra come il vapore e le microonde, c’è anche un sistema di pulizia automatica che – udite udite! – non richiede nessun tipo di intervento manuale, se non quello necessario a premere un tasto o girare una manopola. Addio guanti di gomma, detergenti aggressivi e panni inzuppati di acqua: sporco e unto si combattono a colpi di calore. Ecco tutto quello che c’è da sapere sui forni pirolitici e una selezione dei modelli più efficaci su cui puntare, per non vivere più con l’ansia del forno da pulire a ogni utilizzo.
Cosa significa forno pirolitico?
Il termine deriva dalla pirolisi, un processo termochimico che consiste nella decomposizione di materiali, soprattutto organici, attraverso il calore in assenza di ossigeno. Ed è proprio quello che succede nella cavità di questi forni da incasso: attivando il programma dedicato, si porta la temperatura a circa 500 gradi e l’effetto che ne deriva è la polverizzazione – letteralmente – dei residui di cibo e dello sporco accumulati sulle pareti per effetto della cottura degli alimenti. Quello che resta è un mucchietto di cenere che a fine ciclo può essere rimosso con un semplice panno umido. Zero detergenti o miscele chimiche maleodoranti da passare e ripassare con una buona dose di pazienza, tempo e olio di gomito.
Tutti i pro e i contro
I vantaggi dei forni pirolitici sono sotto gli occhi di tutti: fanno il lavoro sporco al posto nostro, permettono di risparmiare tempo e invogliano a cucinare quelle pietanze belle succose che spesso si evitano proprio per non dover affrontare l’inconveniente degli schizzi di unto ovunque. Certo, c’è un piccolo prezzo da pagare, ma sui modelli di ultima generazione i cosiddetti “svantaggi” hanno un impatto limitato – purché si scelga il forno giusto. Il primo punto ha a che fare con i consumi: portare la temperatura a 500 °C (e mantenerla per una o due ore) è ovviamente dispendioso, ma se si punta a un forno efficiente in classe A il costo extra per l’energia necessaria si mantiene irrisorio. Inoltre, molti forni mettono a disposizione cicli pirolitici di diversa intensità e durata in base al livello di sporco da ripulire, così da ottimizzare i consumi in base alle effettive esigenze. Il secondo punto riguarda la sicurezza, ma anche qui la situazione è ormai sotto controllo: i forni più evoluti hanno pannelli ben isolati che mantengono la superficie esterna fresca con sistemi di bloccaggio automatico che impediscono l’apertura accidentale della porta da parte ad esempio dei più piccoli. Così da scongiurare qualsiasi rischio di scottature.
I migliori secondo Wired
In questa gallery abbiamo radunato 5 forni pirolitici tra i migliori in circolazione. Un buon punto di partenza per lanciarsi alla ricerca del modello più adatto alla propria cucina e alle proprie esigenze. Ci sono sia proposte essenziali e dal costo contenuto (perché ormai la pirolisi si trova in dotazione anche sui forni base) sia soluzioni tech che combinano funzionalità smart, modalità di cottura extra e metodi di pulizia automatica aggiuntivi basati sulla forza sgrassante del vapore, a prezzi più alti. Tutti i modelli selezionati sono di marchi solidi che rappresentano una garanzia nel settore e in classe A, il minimo indispensabile per tenere a bada i consumi energetici e non ritrovarsi con bollette da capogiro.
