mercoledì, Giugno 18, 2025

Autoradio, davvero dovremo dirle addio? Ecco cosa sta succedendo

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L’autoradio è destinata a scomparire? Sui veicoli di nuova generazione saranno presenti solo ed esclusivamente le interfacce usb con la conseguenza di non poter più captare il segnale Fm né quello di nuova generazione Dab+ ossia la radiodiffusione sonora basata sul digitale terrestre? La questione è balzata agli onori della cronaca a seguito della segnalazione di Agcom al Governo: l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni sollecita l’esecutivo a prendere in carico con urgenza il dossier.

Sono già diversi i produttori di veicoli che non prevedono la possibilità di installare l’autoradio Fm/Dab+sui nuovi veicoli. Per esempio la Citroën ë-C3 berlina e il suv Dacia Duster “montano” a bordo solo la connessione bluetooth per collegare dispositivi come lo smartphone e consentire la ricezione radiofonica solo attraverso piattaforme Ip connesse alla banda larga (Spotify e dintorni). E tra i modelli in cui non è contemplata l’autoradio ci sono anche le minicar di categoria AM riservate ai minorenni.

Quanti sono gli italiani che usano il Dab+

Nel documento inviato al Governo si evidenziano le risultanze di un’indagine condotta nel 2024 da Gfk Italia secondo cui risultano in uso solo 14 milioni di ricevitori Dab+ installati principalmente su autovetture e mezzi commerciali, corrispondenti a circa il 35% del parco auto privato italiano, che conta più o meno 40 milioni di veicoli. È emerso inoltre che l’81% dei possessori di autoradio Dab+ utilizza la piattaforma spesso in mix con l’FM. Si registra inoltre una significativa crescita dell’offerta di programmi in tecnologia Dab+: una cinquantina i canali nazionali, più del doppio rispetto a quelli disponibili in analogico (FM).

Nonostante gli sforzi fatti nel corso degli anni per spingere lo standard Dab+ si rischia dunque l’impasse, a danno dei consumatori ma anche delle aziende del settore e dunque sarebbero a rischio migliaia di posti di lavoro – segnala il Commissario Agcom Massimiliano Capitanio.

Il vulnus normativo che mette a rischio la radio

Ma come si è arrivati a questo punto? Tutto ruota attorno a un vulnus normativo su cui l’Autorità chiede di intervenire con una revisione che consenta di correre ai ripari prima che sia troppo tardi.

Nonostante l’Italia sia stato il primo paese ad aver applicato, peraltro in anticipo sui tempi con la legge di Bilancio 2018, quanto poi avrebbe disposto il Codice delle Comunicazioni elettroniche europeo (entrato in vigore il 20 dicembre 2018) introducendo l’obbligo di approvvigionamento di ricevitori autoradio dotati del sistema Dab+ dal 1° giugno 2019, è successivamente che si sono andate a creare le criticità: nel mirino il decreto legislativo 259 del mese di agosto 2023 relativamente all’interoperabilità dei ricevitori autoradio e dei ricevitori radio di consumo (disciplinata dall’articolo 98-vicies sexies e dall’Allegato 11 del Codice delle comunicazioni elettroniche). La normativa vigente impone l’obbligo di un sintonizzatore Dab+ solo nei veicoli dotati di autoradio.

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