mercoledì, Giugno 18, 2025

Il Gattopardo, la storia editoriale travagliata e vita di Giuseppe Tomasi di Lampedusa

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Anche Giuseppe Tomasi di Lampedusa, con il suo Il Gattopardo, è uno degli autori al centro della prima prova della Maturità 2025. Agli studenti, nell’ambito della prima traccia di analisi del testo, è chiesto di analizzare, in alternativa a Pier Paolo Pasolini, un brano tratto dal suo romanzo più famoso, incentrato sulla visita della protagonista Angelica ai principi di Salina. Nato il 23 dicembre 1896 a Palermo, era un nobile (i suoi titoli erano principe di Lampedusa, duca di Palma e barone della Torretta e di Montechiaro) di una famiglia aristocratica di origini bizantine, con diversi santi nella genealogia e una lontana parentela con i Leopardi di Recanati. Dopo gli studi a Roma, combatté nella prima guerra mondiale e partecipò addirittura alla disfatta di Caporetto nel 1914, riuscendo a fuggire dall’Ungheria dove era stato imprigionato dagli austriaci, tornando in Italia a piedi.

Segnato da quell’evento e congedato dall’esercito, visse un’esistenza molto ritirata, sempre molto legato alla madre (che morì nel 1946) e costantemente impegnato a studiare la letteratura soprattutto straniera. Nei suoi sporadici viaggi amava incontrare scrittori e letterati, come Francesco Orlando, Eugenio Montale e Maria Bellonci. Pare che fu proprio in seguito a un incontro con questi ultimi due, durante una visita a San Pellegrino Terme, che Tomasi di Lampedusa nel 1954 si convinse a scrivere Il Gattopardo, romanzo incentrato sui cambiamenti – spesso solo apparenti – della Sicilia di fine Ottocento che passa dal dominio dei Borboni all’arrivo dei Mille e del Regno d’Italia, sullo sfondo di una classica storia d’amore contrastata. Il romanzo, concluso nel 1956, fu rifiutato da diverse case editrici, come Mondadori e Einaudi, cosa che riempì l’autore di grande amarezza. Dopo la diagnosi di un tumore ai polmoni, Tomasi di Lampedusa morì il 23 luglio 1957.

Non vide mai la pubblicazione, dunque, del suo capolavoro Il Gattopardo, che avvenne proprio nel 1957 grazie all’intercessione di Elena Croce, traduttrice e scrittrice (nonché figlia del grande critico Benedetto Croce), che lo inviò allo scrittore ferrarese Giorgio Bassani, il quale lo fece pubblicare da Feltrinelli nel novembre 1958. Il successo fu subito immediato e straordinario, tanto da valergli il Premio Strega nel 1959. Tra le altre sue opere pubblicate dolo la morte ci sono Ricordi d’infanzia, raccolta di appunti a carattere autobiografico, e altri scritti di erudizione e critica letteraria (Lezioni su Stendhal, Invito alle Lettere francesi del Cinquecento, Letteratura inglese). È però a Il Gattopardo che la sua memoria è più legata, soprattutto per l’eco anche mediatico che il romanzo ottenne: nel 1963 divenne un film di Luchino Visconti con protagonisti Burt Lancaster, Alain Delon e Claudia Cardinale, mentre nel 2025 è uscito l’adattamento seriale firmato Netflix che vede nel cast Kim Rossi Stuart, Benedetta Porcaroli, Deva Cassel e Saul Nanni.

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