mercoledì, Giugno 18, 2025

Tomasi di Lampedusa e il brano da Il Gattopardo su Angelica, la nostra analisi della traccia del tema di maturità 2025

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Come in un film. Forse perché tutti abbiamo in mente la versione cinematografica di Visconti più di quanto non abbiamo nelle orecchie il testo di Tomasi di Lampedusa, letto anni e anni fa sui banchi di scuola: in ogni caso scorrendo il brano in cui Angelica si presenta da fidanzata di Tancredi alla famiglia dei principi di Salina scelto per la prima prova della maturità 2025, si ha l’impressione di guardare una rappresentazione scenica. E le parole stesse dell’autore sottolineano come la regia non sia solo in mano allo scrittore, ma addirittura già agli stessi personaggi: «La prima visita di Angelica alla famiglia Salina, da fidanzata, si era svolta regolata da una regía impeccabile». Tanto da far sospettare un accordo preesistente tra i due fidanzati. Tutto è perfetto, al punto da sembrare artificioso, e la narrazione evidenzia questa totale perfezione di modi, tempi, parole, atteggiamenti: la bellezza di Angelica è in un preciso equilibrio tra sensualità e candore, i suoi abiti la sottolineano senza metterla in mostra, i suoi modi hanno una parvenza di spontaneità che mira con esattezza a catturare il favore del Principe. «…si gettò nelle braccia di don Fabrizio: gli diede, sulle basette, due bei bacioni che furono ricambiati con genuino affetto; il Principe si attardò forse un attimo piú del necessario a fiutare l’aroma di gardenia delle guancie adolescenti. Dopo di che Angelica arrossí, retrocedette di mezzo passo: “Sono tanto, tanto felice …” Si avvicinò di nuovo e, ritta sulla punta delle scarpine, gli sospirò all’orecchio: “Zione!”». Ed è lo stesso Tomasi a notare il valore cinematografico di una scena i cui personaggi si comportano come attori: in una frase, tagliata nel testo del tema ministeriale, si legge che la resa scenica è felicissima, «di regìa paragonabile in efficacia addirittura alla carrozzella da bambini di Eisenstein». La consapevolezza dell’autore va oltre, nel muovere i suoi personaggi non solo su questa scena privata, ma anche sul più ampio palcoscenico della storia: come altri scrittori degli anni Cinquanta, da Bassani a Cassola, Tomasi di Lampedusa percorre tematiche intimistiche e crepuscolari portandole a simbolo dei grandi cambiamenti che segnano un’epoca. E nel caso del Gattopardo l’incontro fra due mondi contrapposti è l’incontro tra due giovani: l’aristocrazia decadente dei Salina e la borghesia rampante e ignorante della famiglia di Angelica. Lei, bellissima, è la novità che sta per emergere, un’adolescente dalle guance profumate di gardenia e dal rossore irresistibile anche se un po’ opportunistico. Angelica è la novità seduttiva che appare come appare la visione di una nuova Italia e di un nuovo equilibrio sperato. Ma proprio l’incontro tra questi due mondi e questi due ragazzi è quel mutamento necessario affinché si compia l’auspicio di Tancredi: «Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi».

E quanto a novità, Il Gattopardo ne ha regalate parecchie, a partire dal successo editoriale inaspettato e rivoluzionario per l’epoca: in pochi mesi nel 1958 vendette centomila copie, aprendo una nuova fase nella storia editoriale. Tomasi ormai era morto, ma ancora una volta il suo testo rende evidente una consapevolezza capace di guardare avanti. Nel brano assegnato all’esame si legge: «le comunicazioni lente del tempo rendevano insostenibile questa eventualità», quella cioè che Tancredi avesse suggerito «parola per parola» il contegno della ragazza. Il cambiamento dei tempi e dei modi del comunicare è cifra imprescindibile della nostra epoca: la perfezione della messa in scena sembra quasi preconizzare la teatralità un po’ posticcia con cui oggi si realizzano video e storie da pubblicare sui social,  con una velocità in quegli anni inimmaginabile.

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