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Il Bayesian è stato riportato in superficie. Il superyacht battente bandiera britannico di 56 metri, affondato il 19 agosto 2024 nelle acque al largo di Palermo provocando sette vittime tra cui il magnate tecnologico Mike Lynch e sua figlia diciottenne Hannah, è emerso dalle acque siciliane dopo una complessa operazione di recupero durata 10 mesi. Il relitto è ora trasportato verso il porto di Termini Imerese dove inizierà l’esame forense cruciale per l’indagine penale italiana e per il rapporto finale della Marine Accident Investigation Branch britannica, un ente che si occupa di sicurezza in mare. Gli investigatori potranno ora analizzare direttamente l’imbarcazione per stabilire le cause precise del disastro.
Il recupero rivela i primi indizi sulle cause dell’affondamento
Le squadre di recupero coordinate dalla società britannica Tmc Marine insieme alle aziende olandesi Hebo e Smit Salvage sono riuscite a completare il sollevamento dell’imbarcazione dal fondale a 49 metri di profondità, dove giaceva sul lato destro dal momento dell’affondamento. L’operazione, stimata in 30 milioni di dollari e interamente finanziata dagli assicuratori dello yacht, ha richiesto mesi di preparativi tecnici complessi, resi ancora più delicati dalle restrizioni imposte dalla magistratura italiana per preservare l’integrità delle prove. Inoltre, le operazioni erano state sospese temporaneamente in seguito alla morte del sommozzatore specialista olandese Rob Cornelius Maria Huijben Uiben il 9 maggio scorso, deceduto durante le operazioni subacquee.
Durante le operazioni preliminari sono emersi diversi elementi che potrebbero rivelarsi decisivi per l’indagine. Un funzionario della Smit Salvage ha riferito alla Cnn che i portelli dell’imbarcazione risultavano aperti, segno che l’equipaggio potrebbe non averli sigillati mentre la tempesta si avvicinava, intorno alle 03:57 del 19 agosto. Un dettaglio che, se confermato, potrebbe spiegare l’ingresso dell’acqua e il successivo affondamento. All’interno dello scafo si trovano ancora 18mila litri di carburante, rimasti intatti durante i dieci mesi sul fondale, un aspetto che conferma lo stato di conservazione del relitto.
Inoltre, secondo alcune ipotesi investigative, a bordo ci sarebbero anche cassaforti sigillate in cui Lynch custodiva hard disk criptati, contenenti dati sensibili relativi alle sue attività imprenditoriali. Gli investigatori dovranno ora verificare l’esistenza di questi contenuti e il loro stato di conservazione, elementi che potrebbero rivelarsi significativi per comprendere non soltanto gli aspetti tecnici del naufragio ma anche il contesto più ampio della tragedia. Il viaggio era infatti una celebrazione dell’assoluzione di Lynch in un caso di frode negli Stati Uniti legato alla vendita della sua società Autonomy a Hewlett-Packard per 11 miliardi di dollari, conclusosi favorevolmente per l’imprenditore poco prima della partenza.
Le indagini penali e tecniche convergono sull’esame del relitto
Con il recupero del Bayesian, comincia la fase più delicata dell’inchiesta penale condotta dai procuratori italiani di Termini Imerese per omicidio colposo plurimo e naufragio colposo. Sotto indagine sono il comandante James Cutfield di nazionalità neozelandese e due membri dell’equipaggio, l’ingegnere Tim Parker Eaton e il marinaio Matthew Griffith che era di guardia la notte del disastro, i quali dovranno rispondere del loro ruolo nella gestione dell’emergenza e delle procedure di sicurezza adottate. Il relitto, considerato una prova fondamentale nell’inchiesta, era stato sottoposto a restrizioni fisiche durante tutto il processo di salvataggio proprio per preservare l’integrità delle evidenze forensi.
Sebbene un rapporto preliminare delle autorità britanniche, pubblicato il 15 maggio, avesse già individuato tra le cause del ribaltamento venti estremi — superiori ai 117 chilometri orari — e le vulnerabilità strutturali dell’albero maestro da 72 metri, gli investigatori italiani hanno ritenuto insufficienti queste conclusioni teoriche. A loro avviso, solo l’esame diretto del relitto potrà fornire risposte definitive. Per questo, ingegneri forensi e magistrati avvieranno ora un’analisi approfondita presso il porto di Termini Imerese, un processo destinato a durare diversi mesi. Determinanti saranno, oltre all’analisi approfondita dell’albero maestro già ripescato nelle fasi precedenti del recupero, anche l’ispezione del lato destro dell’imbarcazione, finora inaccessibile, da cui potrebbero emergere elementi cruciali per ricostruire la dinamica dell’incidente.