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In una seconda fase, è stata aggiunta una quarta sessione. Il compito era lo stesso (scrivere un saggio), ma il gruppo che ha aveva avuto accesso all’AI non ha utilizzato nessuno strumento tecnologico, e viceversa.
I risultati sono stati rivelatori. Tra i gruppi sono state riscontrate differenze significative nell’attività cerebrale: la connettività cerebrale è diminuita fino al 55% all’aumento dell’uso di strumenti come ChatGPT.
- Il gruppo che non ha utilizzato supporti tecnologici è stato quello con le reti neurali più robuste ed estese, e ha mostrato attività e connessione cerebrale maggiori;
- nei soggetti che hanno usato i motori di ricerca è stata registrata un’attività intermedia;
- il gruppo che avuto accesso all’intelligenza artificiale ha riportato la connettività cerebrale più bassa, il che suggerisce che l’AI ha assorbito una parte considerevole del loro sforzo cognitivo.
In particolare nella seconda fase, le persone che sono passate dal chatbot al lavoro non assistito hanno mostrato una connettività cerebrale più debole e una minore attività nelle reti legate all’attenzione e all’elaborazione attiva, un aspetto che suggerisce conseguenze negative per l’apprendimento a lungo termine.
Al contrario, i partecipanti che sono passati dalla scrittura senza strumenti all’uso dell’AI hanno mostrato un aumento della capacità di ricordare, oltre a una riattivazione di regioni cerebrali come quelle occipito-parietale e pre-frontale, associate alla creatività, all’elaborazione semantica e alla memoria.
Anche la qualità dei testi prodotti rifletteva queste differenze. I saggi generati con l’aiuto di ChatGPT sono stati giudicati dagli insegnanti “piatti“, ripetitivi e poco originali. I partecipanti che hanno avuto accesso all’AI inoltre hanno mostrato difficoltà nel ricordare o citare ciò che avevano scritto pochi minuti prima.
La questione dell’AI nelle scuole
L’esperimento rafforza l’idea che l’intelligenza artificiale possa essere uno strumento complementare nei processi didattici, ma che non può sostituirli senza conseguenze. “L’impatto educativo dell’uso dell’AI sta appena iniziando a manifestarsi nella popolazione generale. Questo studio dimostra l’urgenza di esplorare il possibile declino delle capacità di apprendimento“, avverte Kosmyna.