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Alla fine, Meta ha deciso di rompere gli indugi e ha avviato un progetto per riuscire a raggranellare un po’ di soldi con la pubblicità su WhatsApp. L’app, che secondo i dati più aggiornati conta su 3 miliardi di utenti a livello globale, era finora rimasta al di fuori dell’ecosistema pubblicitario di Meta. Nelle prossime settimane tutto questo cambierà, per lo meno negli Stati Uniti. Le novità riguardano l’introduzione di un sistema di sottoscrizione a pagamento per alcuni canali, la visualizzazione di canali sponsorizzati e, dulcis in fundo, la visualizzazione di annunci pubblicitari all’interno degli stati.
Una scelta che ha già provocato numerose reazioni, oltre alle proteste dell’associazione europea Noyb (none of your business) che da anni, con il suo presidente Max Schrems, si batte per il rispetto della privacy online. In Europa, però, le cose non sono così semplici e Meta si è presa del tempo prima di introdurre la pubblicità nel vecchio continente. Se negli USA e nel resto del mondo l’introduzione della pubblicità in Whatsapp è questione di settimane, in Europa se ne riparlerà nel 2026.
Come funzionerà la pubblicità e il legame con Instagram e Facebook
Tutte le nuove “funzioni” saranno integrate nella sezione Aggiornamenti presente all’interno dell’applicazione. Secondo Meta, gli annunci pubblicitari permetteranno agli utenti di “trovare nuovi venditori e avviare facilmente una conversazione con loro”. Qualcosa di cui gli utenti WhatsApp, evidentemente, sentivano un grande bisogno.
Come da tradizione, la selezione degli annunci che verranno visualizzati non sarà casuale, ma basata sul profilo di ogni utente. Meta assicura che la profilazione non verrà effettuata utilizzando strumenti che analizzano i messaggi (peraltro crittografati) o le chiamate effettuate. Alcuni dati, però, vengono utilizzati. Più nel dettaglio, all’interno del comunicato si legge che “per mostrare annunci negli Stati o nei Canali che potrebbero interessarti, utilizzeremo informazioni limitate come il tuo paese o città, la lingua, i canali che segui e il modo in cui interagisci con gli annunci che visualizzi”. Insomma: la profilazione dovrebbe limitarsi a questi aspetti e non dovrebbe, di conseguenza, essere particolarmente intrusiva.
Le cose cambiano (potremmo dire peggiorano) nel caso in cui l’utente abbia collegato il suo account Whatsapp agli altri social network di Meta. Il collegamento, che è possibile attivare utilizzando la funzione Centro gestione account di Meta, viene utilizzato sia per centralizzare la gestione degli account, sia per collegare lo stato di Whatsapp agli account di Instagram e Facebook, in modo che si aggiornino automaticamente. Se è stato fatto il collegamento, spiega Meta, le pubblicità nella sezione Aggiornamenti di WhatsApp verranno scelte sulla base delle attività registrate sugli altri social media.
Il rischio di una violazione delle regole europee
La mossa di Meta si colloca in un quadro che, alla luce delle normative Ue, può essere definito per lo meno “problematico”. In particolare, questa strategia si scontra frontalmente con lo spirito del Digital Markets Act (Dma), la normativa che si applica alle grandi piattaforme online e che punta a prevenire eventuali distorsioni del mercato legate alla classica categoria logica di “abuso di posizione dominante”.