martedì, Settembre 9, 2025

Il Garante della Privacy a corto di personale per lavorare sulla sicurezza dell’AI

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Circa un anno fa il Garante della Privacy italiano ha sospeso l’uso di ChatGpt nel paese per questioni di sicurezza, promettendo di affrontare le problematiche legate all’evoluzione dell’intelligenza artificiale con l’assunzione di quattro nuovi esperti del settore. Una promessa mai mantenuta, considerando che una dozzina di candidati ha abbandonato il processo di selezione per questioni relative alla retribuzione. “Il processo di ricerca è andato peggio delle nostre già basse aspettative. Ci inventeremo qualcos’altro, ma per ora è andata così”, ha dichiarato Guido Scorza, componente del Collegio del Garante per la protezione dei dati personali, ponendo un problema che accomuna buona parte dei regolatori di tutto il mondo.

I salari bassi, i lunghi processi di assunzione e le problematiche relative ai permessi di soggiorno per lavoro sembrano scoraggiare gli esperti di intelligenza artificiale, che sembrano convinti di non poter trovare una giusta collocazione professionale nel settore. Anzi, come se non bastasse, la tendenza delle organizzazioni, sia italiane sia internazionali, pare essere quella di assumere neolaureati, preferendoli così agli esperti di lunga data. Una condizione scoraggiante per questi professionisti, frustati dall’impossibilità di eseguire al meglio il proprio lavoro. Una situazione diversa, però, sembra essere presente negli Stati Uniti, dove l’amministrazione Biden ha investito molto nell’intelligenza artificiale.

Lo scorso febbraio il Department of Homeland Security (DHS) si è messo a lavoro per formare il suo AI Corps, un team formato da 50 esperti e professionisti del settore, offrendo loro stipendi da 143.000 dollari all’anno. Una cifra che non può competere con quella offerta in Europa, dove la il reddito annuale oscilla tra i 50.000 e i 60.000 € – ossia poco più di 60.000 dollari. “Lavorare con l’Ufficio presenta un’opportunità unica ed emozionante per i professionisti appassionati di contribuire in modo significativo a plasmare un’AI affidabile in Europa e oltre”, hanno riferito a Reuters alcuni referenti delle organizzazioni impegnate nella sicurezza. Eppure questo non sembra bastare. I governi di tutta Europa, quindi, dovranno fare qualcosa per intervenire nel settore, se non vorranno ritrovarsi con questioni spinose da risolvere.

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