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Alla fine, Meta ha deciso di rompere gli indugi e ha avviato un progetto per riuscire a raggranellare un po’ di soldi con WhatsApp. L’app, che conta su 3 miliardi di utenti a livello globale, era finora rimasta al di fuori dell’ecosistema pubblicitario di Meta. Nelle prossime settimane tutto questo cambierà. Le novità riguardano l’introduzione di un sistema di sottoscrizione a pagamento per alcuni canali, la visualizzazione di canali sponsorizzati e, dulcis in fundo, la visualizzazione di annunci pubblicitari all’interno degli stati.
Una scelta che ha già provocato reazioni sdegnate, oltre alle proteste dell’associazione europea Noyb (none of your business) che da anni, con il suo presidente Max Schrems, si batte per il rispetto della privacy online.
Come funzionerà la pubblicità e il legame con Instagram e Facebook
Tutte le nuove “funzioni” saranno integrate nella sezione Aggiornamenti dell’applicazione. Secondo Meta, la comparsa degli annunci pubblicitari permetterà agli utenti di “trovare nuovi venditori e avviare facilmente una conversazione con loro”. Qualcosa di cui gli utenti WhatsApp, evidentemente, sentivano un grande bisogno.
Per quanto riguarda la selezione degli annunci che verranno visualizzati, l’azienda assicura che non verrà effettuata utilizzando strumenti di profilazione basati sui messaggi o le chiamate. Alcuni dati, però, vengono utilizzati. Nel dettaglio, si legge che “per mostrare annunci negli Stati o nei Canali che potrebbero interessarti, utilizzeremo informazioni limitate come il tuo paese o città, la lingua, i canali che segui e il modo in cui interagisci con gli annunci che visualizzi”. Insomma: le attività su WhatsApp (conversazioni escluse) saranno profilate esattamente come sugli altri social media di Meta.
Le cose cambiano (peggiorano) se l’utente ha collegato il suo account Whatsapp agli altri social network di Meta. Il collegamento, che è possibile attivare utilizzando la funzione Centro gestione account di Meta, viene usato sia per centralizzare la gestione degli account, sia per collegare lo stato di Whatsapp agli account di Instagram e Facebook, in modo che si aggiorni automaticamente. In questo caso, si legge nel comunicato, le pubblicità su WhatsApp verranno selezionate sulla base delle attività registrate sugli altri social media di Meta.
Una violazione delle regole europee?
La mossa di Meta si colloca in un quadro che, alla luce delle normative Ue, si può definire per lo meno “problematico”. In particolare, si scontra frontalmente con lo spirito del Digital Markets Act (Dma), la normativa che si applica alle grandi piattaforme e che punta a prevenire qualsiasi distorsione di mercato legata all’abuso di posizione dominante.