mercoledì, Giugno 18, 2025

Addio allo scontrino di carta per chi paga in digitale, c'è una proposta alla Camera

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“Vuole lo scontrino di carta?”. È una domanda che presto potrebbe entrare nella vita di tutti i giorni. Oggi, quando acquistiamo qualcosa e paghiamo con il bancomat, con la carta di credito o con sistemi digitali, ci viene rilasciata sia la copia dell’avvenuta transazione che lo scontrino fiscale, entrambi in formato cartaceo. Una prassi che presto potrebbe cambiare, in virtù di una norma che potrebbe già finire nella prossima manovra finanziaria. A ispirarla una risoluzione a prima firma Saverio Congedo (Fratelli d’Italia), depositata in commissione Finanze alla Camera dei Deputati. L’atto parlamentare chiede al governo Meloni di adottare iniziative volte a prevedere una graduale introduzione, a partire dal primo gennaio 2027, dell’obbligo di dotare gli strumenti tecnologici per la memorizzazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi all’Agenzia delle Entrate di un sistema predisposto per la generazione e la trasmissione del documento commerciale all’acquirente anche in formato digitale”.

Addio vecchio scontrino, ecco cosa cambia

In parole povere, quando pagheremo utilizzando il Pos, il negoziante non sarà più obbligato a stampare lo scontrino di carta, ma potrà inviarcelo in formato Sms o al nostro indirizzo di posta elettronica. Il vecchio scontrino verrà stampato solo su esplicita richiesta del cliente. “È un’iniziativa che si pone in continuità con l’evoluzione tecnologica e con il processo di dematerializzazione in atto”, spiega a Wired Saverio Congedo, che poi entra nel merito della proposta: “Con questa risoluzione chiediamo al governo di rendere obbligatorio, per alcune categorie commerciali, l’emissione dello scontrino digitale. Diversi esercizi commerciali che operano nel settore hi-tech, così come grandi catene di distribuzione di abbigliamento e persino i taxi, già utilizzano questa formula, chiedendo al cliente se preferiscono lo scontrino cartaceo o quello elettronico. Chiediamo che quella che oggi è una facoltà dell’esercente diventi un obbligo”.

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La proposta è complementare con quanto previsto dalla legge di Bilancio 2025, che prevede l’obbligo di collegamento tra lo strumento elettronico di pagamento (il lettore Pos) ed il registratore di cassa telematico al fine di registrare, memorizzare in modo puntuale e trasmettere in forma aggregata all’Agenzia delle Entrate i dati dei corrispettivi dei pagamenti elettronici giornalieri. Insomma, quando si paga con il bancomat e la carta di credito, quel pagamento è già di fatto inserito nel registratore di cassa, quindi il doppio passaggio è di fatto inutile. Ed è anche dannoso per l’ambiente. “La carta utilizzata per gli scontrini – continua Congedo – non è riciclabile e non può essere smaltita come la carta di uso comune, perché non è fatta di pura cellulosa, ma contiene additivi chimici. La sua produzione comporta, oltre all’abbattimento degli alberi, l’utilizzo di un’enorme quantità d’acqua”.

Entro il 2029 tutti i commercianti dovranno adeguarsi

La risoluzione, che ha già incassato il parere favorevole del governo e sembra condivisa anche dalle opposizioni, prevede dunque che dal 1 gennaio del 2027 lo scontrino elettronico diventi obbligatorio nella grande distribuzione, dal 2028 per tutti gli altri soggetti con un volume d’affari superiore a una soglia che sarà stabilita alla stesura definitiva della norma definitiva e dal 1 gennaio 2029 per tutti gli altri esercenti. La gradualità servirà a dare a tutta la rete commerciale di adeguarsi al nuovo sistema. Sembra dunque definitivamente superata la diatriba sui pagamenti con le carte, una diatriba che aveva caratterizzato i primi mesi del governo Meloni che in un primo momento aveva immaginato di renderli non obbligatori sotto una certa cifra. “I dati sul recupero dell’evasione conseguiti in questi anni – spiega ancora Saverio Congedo – ci dicono che un rapporto nuovo tra fisco e contribuente, un rapporto non più vessatorio, agevola l’emersione di materia imponibile. Anche l’aumento dei controlli, non solo quantitativo ma anche qualitativo, utilizzando tutte le tecnologie a disposizione del ministero delle Finanze e dell’Agenzia delle Entrate, sta portando il contribuente a dichiarare tutto”.

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