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Un anno ricco di cambiamenti, durante il quale abbiamo assistito non solo al merger Marriott – Starwood, che in Italia oggi contano su un totale di 46 strutture, ma anche a livello più locale alla chiusura definitiva della fusione Una – Ata e all’acquisto degli hotel italiani già Royal Demeure da parte di Starhotels. È uno scenario in costante divenire quello dipinto dall’annuale rapporto Horwath Htl sulle catene italiane, presentato recentemente a un evento milanese sul tema degli investimenti alberghieri, organizzato in collaborazione con il Met Bocconi e Confindustria Alberghi. Le cifre per la verità raccontano che le strutture dotate di brand presenti nella Penisola non sono aumentate moltissimo (erano 1.360 nel 2015, sono arrivate a quota 1.401 alla fine dell’anno scorso). A crescere sensibilmente è stata però la quantità di camere “con marchio”, salite di ben 6.500 unità in 12 mesi fino a un totale di 155 mila stanze. La penetrazione delle catene nel mercato italiano è quindi oggi del 4,2%, in termini di alberghi, ma del 14,2% se si considerano le camere. Una percentuale di tutto rispetto, seppur ancora lontana dalle realtà spagnole (28% delle stanze totali), francesi (20,8%) e britanniche (15,7%).