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L’aria della Croisette intrisa dei profumi dal mare e dalla sontuosa terra della Costa Azzurra, tra pochi giorni si mescolerà all’odore aspro e romantico della pellicola cinematografica e dei flash dei fotografi (l’immagine di pellicola e flash sono molto nostalgiche in quanto non appartengono più alla contemporanea epoca del digitale, ma ci piaceva ricordare la Croisette con queste essenze). Il 17 maggio comincerà l’edizione numero 75 del Festival di Cannes che terminerà il 28 maggio. Dodici giorni circa di film e registi, di corse tra una sala e l’altra e fotografi che impazziscono dietro ai divi del cinema, di proiezioni a orari folli e del vecchio sapore del cinema. Per gli addetti ai lavori, giornalisti, amanti della settima arte e delle star, sarà come vivere in un frullatore.
Essendo il Festival di Cannes, inoltre, una tappa molto importante per la prossima stagione cinematografica ed essendo un grande evento che può dirci molto sullo stato del cinema, come arte e industria, abbiamo deciso di fare una piccola riflessione a priori sul programma, un’analisi preliminare alla visione dei film scelti dal comitato di selezione, capitanato dal Delegato Generale Thierry Frémaux.
A parte queste sporadiche notizie e in controtendenza rispetto al passato, per questa edizione del festival francese non sono trapelate molte indiscrezioni nei mesi precedenti sui film in gara. Una delle poche notizie a uscire dagli uffici del comitato di selezione qualche settimana fa, è stata la mancanza presenza a Cannes del film Blonde di Andrew Domink con Ana de Armas nei panni della divina Marilyn Monroe. La motivazione ufficiale non è certa, ma pare che la pellicola, che doveva già approdare alla Mostra del Cinema 2021, sia stata ritirata dal suo produttore, Netflix, in quanto c’era la possibilità che non potesse finire nel Concorso. Ammesso che ciò sia vero, e forse per lo stesso motivo il film non è passato la Lido (mah!), questa indiscrezione confermerebbe un criterio di selezione ufficioso e mai nettamente e totalmente sostenuto né dai direttori dei festival del cinema, né tanto meno dai produttori, ossia che la selezione ufficiale non si formi solo per meriti artistici, ma anche per meriti produttivi. Però questa è una sensazione, non c’è nulla di certo.
Venendo più ai film, pareva certa la presenza del nuovo film di David Lynch interpretato da Laura Dern e altri attori che hanno già lavorato con il regista. Di questa pellicola non si sa davvero nulla, anzi pare essere stata smentita da più voci in quanto sembra che il geniale regista americano stia pensando e forse girando una serie tv dal titolo (provvisorio) Unrecorded Night. Non c’è, dunque, da stupirsi per la mancata presenza a Cannes dell’ultimo lavoro per questo regista molto amato dal festival francese. Un altro regista che a Cannes deve molto è Koji Fukada che, dopo aver vinto il Premio della Giuria nella sezione Un Certain Regard con Harmonium, pareva dovesse arrivare al festival con il suo film Love Life anche sospinto dalla vitale e corposa attenzione che il Festival di Cannes sta rivolgendo al cinema giapponese dopo la consacrazione internazionale di Drive My Car di Hamaguchi e la Palma d’oro a Kore-eda. Si vociferava che dovesse trovare spazio nel Concorso anche Léa Mysius che nel 2017 incantò il pubblico francese con Ava. Il nuovo film della regista giovane francese Les cinq diables interpretato da Adèle Exarchopoulos, è stato selezionato, invece, dalla Quinzaine. Avendo spostato, invece, l’uscita in autunno (anteprima mondiale alla Mostra 2022?), Cannes non ha potuto selezionare nemmeno The Son del fortunato regista Florian Zeller, Alejandro González Iñárritu con Bardo e Bones & All di Luca Guadagnino. Per quanto riguarda la giuria, invece, da qualche mese era circolata la voce che Fremaux volesse come presidente Penelope Cruz, per poi abbandonare l’idea in quanto pareva che Cannes potesse presentare il nuovo film di Emanuele Crialese, L’immensità. Alla fine né il film, né l’attrice saranno in Francia. Prima, però, di affidare la direzione della giuria a Lindon, Fremaux aveva anche pensato a Marion Cotillard, nome sfumato a causa della sua presenza nel film in concorso di Arnaud Desplechin, e successivamente ad Asghar Farhadi il quale, però, pare che abbia rinunciato a causa delle accuse di plagio che gli sono state mosse per il suo ultimo film A Hero, vincitore a Cannes 2021 del Gran Premio della Giuria.
Ultima considerazione riguarda il film d’apertura Coupez! (inizialmente intitolato Z (Comme Z)) di Michel Hazanavicius, rifacimento in chiave europea di un film giapponese a base zombie che qualche anno fa entusiasmò il pubblico del Far East Film Festival, Zombie contro zombie di Shin’ichiro Ueda. Se il regista francese è rimasto fedele all’originale e alla sua (in)capacità di rifare i film di genere, il Festival di Cannes aprirà con i fuochi d’artificio!
Concorso
Holy Spider di Ali Abbasi
Les amandiers di Valeria Bruni Tedeschi
Crimes of the Future di David Cronenberg
Tori et Lokita di Jean-Pierre e Luc Dardenne
Stars at Noon di Claire Denis
Brother and sister di Arnaud Desplechin
Close di Lukas Dhont
Armageddon Time di James Gray
Broker di Hirokazu Kore-eda
Nostalgia di Mario Martone
RMN di Cristian Mungiu
Triangle of Sadness di Ruben Östlund
Haeojil gyeolsim (Decision to Leave) di Park Chan-wook
Showing Up di Kelly Reichardt
Leila’s Brothers di Saeed Roustaee
Boy from Heaven di Tarik Saleh
Zhena Chaikovskogo (Tchaïkovski’s Wife) di Kirill Serebrennikov
Hi-han (Eo) di Jerzy Skolimowski
Fuori concorso
Coupez di Michel Hazanavicius (film d’apertura)
Top Gun: Maverick di Joseph Kosinski
Elvis di Baz Luhrmann
Novembre di Cédric Jimenez
Three Thousand Years of Longing di George Miller
Mascarade di Nicolas Bedos
Un Certain Regard
Les pires di Lise Akoka e Romane Gueret
Kurak günler (Burning Days) di Emin Alper
Metronom di Alexandru Belc
Retour à Séoul di Davy Chou
Sick of Myself di Kristoffer Borgli
Domingo y la niebla di Ariel Escalante Meza
Plan 75 di Hayakawa Chie
Beast di Riley Keough e Gina Gammell
Corsage di Marie Kreutzer
Bachennya metelyka (Butterfly Vision) di Maksim Nakonechnyi
Vanskabte Land/Volaða Landa (Godland) di Hlynur Pálmason
Rodéo di Lola Quivoron
Joyland di Saim Sadiq
The Stranger di Thomas M Wright
The Silent Twins di Agnieszka Smocynska
Proiezioni speciali
All That Breathes di Shaunak Sen
The Natural History of Destruction di Sergei Loznitsa
Jerry Lee Lewis: Trouble in Mind di Ethan Coen
Midnight Screenings
Hunt di Lee Jung-jae
Moonage Daydream di Brett Morgen
Fumer fait toussir di Quentin Dupieux
Cannes Première
Nos frangins di Rachid Bouchareb
Esterno notte di Marco Bellocchio (serie tv)
Dodo di Panos H. Koutras
Irma Vep di Olivier Assayas (serie tv)
Quinzaine des Realisatuers
L’envol (Scarlet) di Pietro Marcello (film di apertura)
1976 di Manuela Martelli
The dam di Ali Cherri
Les années Super 8 (The Super 8 Years) di Annie Ernaux & David Ernaux-Briot
Ashkal di Youssef Chebbi
Les cinq diables (The Five Devils) di Léa Mysius
De humani corporis fabrica di Véréna Paravel & Lucien Castaing-Taylor
La dérive des continents (au sud) (Continental Drift (South)) di Lionel Baier
El agua (The Water) di Elena López Riera
Enys men di Mark Jenkin
Falcon lake di Charlotte Le Bon
Fogo-fatou (Will-o’-the-Wisp, Feu follet) di João Pedro Rodrigues
Funny pages di Owen Kline
God’s creature di Anna Rose Holmer & Saela Davis
Les Harkis (Harkis) di Philippe Faucon
Men di Alex Garland (proiezione speciale)
La montagne (The Mountain) di Thomas Salvador
Pamfir di Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk
Revoir Paris (Paris Memories) di Alice Winocour
Taht Alshajra di Erige Sehiri
Un beau matin (One Fine Morning) by Mia Hansen-Løve
Un Varon (A Male) di Fabian Hernández
Le parrucche vert (The Green Perfume) di Nicolas Pariser (film di chiusura)