giovedì, Luglio 3, 2025

Nell'Artico si sta formando nuova torba ed è una buona notizia

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Tutto questo crea una contraddizione che gli scienziati hanno appena iniziato a studiare: con il riscaldamento dell’Artico, una quantità maggiore di torba si secca e prende fuoco, ma allo stesso cresce anche più vegetazione, che potrebbe alla formazione di nuova torba. “Le persone pensano che al momento non ci siano nuove torbiere in fase di formazione, ma i nostri dati – in modo molto provvisorio – dimostrano che non è così“, spiega Väliranta.

Le diverse variabili in gioco

La variabile fondamentale è, ovviamente, l’acqua: le Svalbard e il resto dell’Artico rimarranno sufficientemente umidi per il periodo necessario a consentire lo sviluppo della torba? La torba è straordinariamente sensibile: può impiegare secoli per formarsi, ma se prende fuoco può anche scomparire in un istante. “Se le condizioni climatiche e le condizioni meteorologiche estreme portano all’essiccazione della superficie, allora [le torbiere, ndr] sono inclini agli incendi – dice Väliranta –. E poi, naturalmente, se la torbiera brucia, tutto quel carbonio ritorna nell’atmosfera“.

Un fattore più sorprendente è rappresentato invece dalla fauna selvatica. Alle Svalbard, si spostano liberamente stormi di uccelli e mandrie di renne, che fertilizzano la vegetazione con i loro escrementi, favorendo la crescita delle piante. Con l’inverdimento dell’Artico, anche altre specie animali si sposteranno verso nord, garantendo una fonte essenziale di fertilizzante? O invece le popolazioni di renne, se riusciranno a crescere abbastanza, mangeranno così tanta vegetazione da ostacolare la formazione di torba? Väliranta e altri scienziati non sono ancora in grado di dirlo.

I ricercatori non possono nemmeno stabilire con certezza in che misura le nuove torbiere possano compensare quelle perse a causa degli incendi: “La torba ha la capacità di trattenere il carbonio per molto tempo – scrive l’ecologo dell’Università di Zurigo Jakob Assmann in un’e-mail a Wired US –. La formazione di nuova torba nell’Artico, quindi, potrebbe potenzialmente portare alla rimozione a lungo termine del carbonio dall’atmosfera. Per quanto ne so, attualmente è molto difficile dire quanto carbonio potrebbe essere rimosso dall’atmosfera”.

Dopotutto, gli ecosistemi artici che sembrano accumulare materia organica sono pochi, se confrontati alla distruzione su larga scale delle torbiere. E la proto-torba ha ancora molta strada da fare prima di diventare torba vera e propria, sempre che riesca a mantenersi umida. “A livello globale le torbiere vengono distrutte a un ritmo senza precedenti, mentre le torbiere intatte, che normalmente fungono da serbatoio per l’assorbimento del carbonio, diventano una fonte di emissioni“, afferma l’ecologo Scott Davidson, che studia le torbiere presso la University of Plymouth ma non è stato coinvolto nella nuova ricerca.

In altre parole, scommettere sulla nuova torba per la cattura del carbonio supplementare che l’umanità sta immettendo nell’atmosfera è la strategia sbagliata, perché non ci sono garanzie che l’equilibrio tra la nuova formazione e la perdita in corso vada a nostro favore. Se non riusciremmo a ridurre sensibilmente le emissioni, la rimozione naturale del carbonio non basterà a salvarci da noi stessi.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US.

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