venerdì, Ottobre 25, 2024

Quando Paolo Rossi diventò Pablito

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Anni fa, ospite di una radio brasiliana, Paolo Rossi raccontò: «Ero venuto in Brasile a fare il Mundialito con gli ex calciatori, salgo sul taxi dall’albergo fuori San Paolo per andare in centro, e vedo che il taxista mi guardava dallo specchietto. A un certo punto mi riconosce, “Ma tu sei Paolo Rossi?”, mi chiede, “Sì, sono io”, gli rispondo. “Tu qua non ci puoi stare, scendi dal mio taxi!”». Perché per loro Paolo Rossi è stato e continua ad essere un incubo, il protagonista di una delle pagine più leggendarie nella storia dei Mondiali.

La tripletta di Pablito

Italia-Brasile del 5 luglio 1982 è una di quelle partite entrate per sempre nella storia del calcio, e la tripletta di Paolo Rossi il trampolino di lancio verso la conquista del titolo. Tre gol che lo fecero diventare Pablito, lui che da lì in avanti non si fermò più, con la doppietta alla Polonia in semifinale e il gol alla Germania Ovest nella finale di Madrid.

Dici Italia-Brasile e pensi subito a quella caldissima estate spagnola, e non solo per il caldo che quel giorno rendeva lo stadio Sarriá una canicola. Perché quella era una nazionale sfiduciata dalla gente e attaccata dai giornali, in polemico silenzio stampa per chiudersi a riccio di fronte alle critiche sempre più velenose. 

Perché quell’Italia arrivò alla sfida con il Brasile con un carico di dubbi sulle spalle, dopo aver superato a fatica il primo girone solo grazie alla differenza reti dopo i pareggi contro Polonia, Perù e Camerun. Risultati deludenti che spedirono Zoff e compagni nel cosiddetto girone della morte, insieme a Brasile e Argentina. Proprio il Brasile era l’emblema del futébol bailado, grazie a campioni come Cerezo, Zico, Falcao, Socrates e Junior, noi quelli del catenaccio, che poi così non era. L’Argentina finì fuori dai giochi perdendo sia contro l’Italia (2-1, grazie ai gol azzurri di Tardelli e Cabrini) che contro il Brasile, cosa che rendeva la sfida tra azzurri e verdeoro un vero e proprio spareggio per decidere chi sarebbe andato in semifinale.

Rossi, Rossi, Rossi: la sua tripletta ammutolì una nazione intera, i gol di Socrates e Falcao servirono solo a tenere viva la speranza, ma il trionfo dell’Italia fu il successo di un gruppo unito, forte e sempre più consapevole di poter arrivare fino in fondo, ritrovando l’amore dei tifosi che in quell’Italia si identificarono, vedendo in quei ragazzi i figli di una nazione che a inizio anni ’80 stava vivendo una delle fasi più dure e drammatiche della propria storia. Lo stadio Sarriá non esiste, più, ma il ricordo diventato mito in quel pomeriggio di luglio resterà per sempre. 

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