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Blanco, il giovane favoloso della musica italiana e Pierpaolo Piccioli, Direttore Creativo di Valentino, parlottano tra loro mentre in uno studio a sud di Milano si scattano le foto che stanno su queste pagine. Fuori dal set, Blanco è vestito da Blanco: canotta, shorts di cotone e calzini di spugna, tutto in bianco. Pierpaolo è vestito da Pierpaolo: pantaloni eleganti, T-shirt e occhiali da sole, tutto nero a eccezione delle sneakers e dei calzini.
Blanco: Adesso però se lo dice qui poi glielo chiedono tutti. Mi ha detto che le sue calze con le iniziali sono di Valentino ma non sono in vendita e le fa solo per i suoi amici, quindi adesso le voglio anch’io.
Se si seguono l’uno e l’altro su Instagram, non è raro trovarli uno nelle stories dell’altro. O perché Pierpaolo va ai concerti di Blanco, che poi documenta con entusiasmo, oppure perché Blanco si trova a farsi vestire da Pierpaolo, come è stato per la fortunata partecipazione a Sanremo insieme a Mahmood, oppure proprio per le date di Blu Celeste, il suo tour estivo già sold out ovunque.
PPP: Io ti ho visto per la prima volta nel periodo del primo lockdown o poco prima, ho visto una persona diversa, in mutande, che cantava. E avevi un senso di libertà che mi piaceva, mi sembrava di vedere una cosa nuova. Un talento, un’energia, una grande forza, completamente naturale e senza gabbie.
Blanco: Grazie, poi ti do 100 euro. La prima volta dal vivo poi ci siamo incontrati al fitting per Sanremo.
PPP: Ah certo, e io ti guardavo e ho detto mmmm…
Blanco: Sì perché io provavo dei vestiti che non convincevano né me né te, poi abbiamo iniziato a mettere cose trasparenti, cose ricamate…
PPP: Mi ricordo che ti ho detto «prova questo».
Blanco: Sì, mi hai fatto provare una cosa e da lì si è creato tutto.
PPP: Mi ricordo che mi hai detto «questo spacca!».
Blanco: Io fin da piccolo sono abituato a girare in casa in mutande, poi una volta proprio agli inizi è venuta una ragazza a fare uno shooting a casa mia e stava cercando degli outfit nel mio armadio, però sincero era tutto una merda, e non c’era niente che funzionasse. Ed era estate, io ero in mutande, e mi fa «vabbè allora facciamole in mutande» e poi da lì è nata la cover di Notti in Bianco in cui sto correndo nudo nei campi.