giovedì, Luglio 3, 2025

Prima del metaverso: 15 anni fa Antonio Di Pietro teneva il primo comizio italiano su Second Life

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(l’avatar di Antonio Di Pietro) 

Antonio Di Pietro è il ministro delle infrastrutture di quel governo e nella sua avventura politica, in quel momento,  si affida a un personaggio che conosceremo molto meglio negli anni a seguire con Beppe Grillo e il M5S: Gianroberto Casaleggio della Casaleggio Associati. Il sito web dell’ex magistrato era sempre aggiornato, il blog e il pionieristico canale YouTube erano tutte attività digitali nate dalla lungimiranza – su questo non c’è nessun dubbio – del guru Casaleggio. Così, quando all’orizzonte si prospetta l’idea di sbarcare su Second Life come la Nuova America digitale della comunicazione (all’epoca 4,138 milioni di utenti residenti da tutto il mondo) non ha dubbi e accetta. Per riassumerla brevemente era (ed è ancora oggi) una piattaforma digitale 3D dove avatar gestiti da utenti si relazionano e vivono quel mondo fatto solo di pixel, costruendo, vendendo, divertendosi ma si ci poteva anche picchiare, girare nudi, cambiare sesso o quasi tutto quello che vi viene in mente. Sul suo sito lo annuncia il 28 febbraio: “Ho deciso di aprire uno spazio per l’Italia dei Valori su Internet in Second Life. Second Life è un’area di realtà virtuale che permette di creare un mondo parallelo. In Second Life è possibile definire aree di incontro e di comunicazione per i fini più diversi: politici, sociali, economici“ e verrà ripreso dal Guardian.

Qualche giorno dopo, nel marzo 2007, a Italia Oggi, il leader dell’IdV mentre imperversava la prima crisi del suo governo, spiega: “Pochi mi capiscono, io sono sempre un passo avanti. Quando ho iniziato a mettere i miei filmati su YouTube, tutti mi ridevano dietro, ora è una realtà acquisita. Adesso sono intenzionato a trasferire tutta la mia attività su Second Life, compreso il mio rapporto con i giornalisti e credo di vederci giusto”. Di Pietro era lanciatissmo perché in Second Life vedeva una nuova platea pubblica libera e incontaminata, e soprattutto non ancora monopolizzata, poiché il dibattito sui quotidiani – e soprattutto in tv – era intasato e trafficato alla massima portata da Silvio Berlusconi. Dopo aver pensato di costruire nella fredda Winter Park, cambiano i piani e acquista un’isola, Never Land – che fa tanto Peter Pan ma anche Michael Jackson – costata 1500 euro, mentre le sedie per arredarla 30 centesimi l’una, come raccontato nella newsletter Orcolat dall’architetto Bill Lichtenstein dell’azienda americana LCMedia che si occupò della realizzazione di questo evento indimenticabile. Ci immaginiamo l’avatar dell’ex magistrato – oggi ritiratosi dalla politica – con la sua bandiera del partito che come un novello Neil Armstrong o Buzz Aldrin piazza il vessillo in segno di conquista. Non abbiamo visto questa scena e non sappiamo se è avvenuta veramente, e un po’ ci dispiacciamo. Sta di fatto che Antonio Di Pietro non avrà immediatamente vita facile nelle nuove terre virtuali: dovrà vedersela con il dissenso di Legambiente sulle sue politiche da ministro delle infrastrutture. Alcuni ambientalisti partiti dal villaggio di Ecopoli compiono un blitz su Never Land portando con loro uno striscione che recitava: “Qui puoi costruire tutte le autostrade che vuoi”. Probabilmente un record: contestato ancor prima di iniziare a insediarsi. Alla fine si è risolto con una prolungata discussione con alcuni “dipietristi” accorsi a difendere le idee del ministro.

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