mercoledì, Settembre 3, 2025

Notte di San Lorenzo e non solo. Le Perseidi nel 2022 vanno cercate in anticipo. Ecco perché (e dove)

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Quest’anno ci si è messa di mezzo la SuperLuna. Così le Perseidi, uno degli sciami di stelle cadenti più spettacolari dell’anno, e tra i più facili da osservare per le temperature miti notturne, perdono un po’ della loro maestosità, in un cielo dominato dal bagliore del nostro satellite, più luminoso che mai proprio nei giorni clou (e da quello delle città). Un motivo in più per anticipare un po’ l’esperienza e per cercare un posto molto buio con un cielo risparmiato dalle luci artificiali. Ecco quando e dove godersi al meglio lo show.

Le lacrime di San Lorenzo, il picco tra 12 e 13 agosto

Tutti sanno che il loro nome popolare, “lacrime di San Lorenzo”, è dovuto al fatto che il fenomeno cade attorno al 10 agosto, giorno in cui la Chiesa ne ricorda il martirio. Tuttavia pochi sanno che lo sciame delle Perseidi inizia molto prima e dura oltre un mese. Secondo il sito dell’Unione astrofili italiani, quest’anno si va dal 15 luglio fino al 24 agosto. Il picco, la notte con la pioggia più intensa, sarà quella tra il 12 e il 13 agosto, in particolare al mattino nelle ore che precedono l’alba. In teoria, in un cielo buio lontano dalle città, se ne potrebbero vedere anche oltre cento all’ora. Ma l’effetto plenilunio fa sì, per questo 2022, che quelli di questa prima settimana di agosto possano già essere i giorni migliori.

Ma già dai primi giorni del mese si può scegliere un posto buio dove stendere una coperta e fare a gare a chi ne vede di più. Soprattutto perché la Luna piena del 12 agosto (una “super Luna” quindi più grande e luminosa), presenza ingombrante per tutta la notte, cancellerà inevitabilmente un po’ di questi graffi luminosi. Vale sempre invece il consiglio di destinare all’osservazione la seconda parte della notte, perché è quella in cui la zona di cielo dalla quale si originano le meteore (il “radiante”) è più alta e lontana dall’orizzonte.

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Le stelle di Perseo

Si chiamano Perseidi perché nel loro sfrecciare attraverso il firmamento, le meteore sembrano partire da una specifica area celeste, situata nei pressi della costellazione di Perseo, proprio sotto alla inconfondibile “W” di Cassiopea. Che si stacca dall’orizzonte a nordest poco dopo le 22 e si alza progressivamente durante la notte fino all’alba. Sono in realtà il “regalo” della cometa Swift-Tuttle, che durante i suoi passaggi attorno al Sole ha seminato detriti e polveri che il nostro Pianeta attraversa, con regolarità, ogni anno. Questi frammenti, quando si tuffano nella nostra atmosfera precipitando ad altissima velocità, si incendiano e accendono quel “pianto di stelle”.

Come detto, visto che la Luna non agevolerà il compito, per essere sicuri di vederne il più possibile, bisogna scegliere, oltre all’ora, anche il posto giusto. Buio, lontano dalle città, preferibilmente in montagna o su un’isola distante dalle coste. L’inquinamento luminoso dei centri e delle zone intensamente abitate tinge il cielo di una patina opalescente e cancella le stelle. Non è un caso che nessuno in buona parte d’Italia e d’Europa, dalle zone urbanizzate, riesca più a vedere nemmeno la Via Lattea. Quindi occorre fuggire. Dove? Per chi non ha possibilità di fare lunghi viaggi, anche una gita in collina basta per togliere un po’ di quell’alone al nero della volta celeste. In alta montagna quindi. Ma non è detto (e non solo).

Cercando le riserve di cielo buio

L’azienda italiana Astronomitaly ha fatto un censimento con relative certificazioni delle strutture turistiche sotto i cieli più belli d’Italia. Tuttavia, per chi non si accontenta, ci sono pochissimi posti in Italia dai quali si può godere di un cielo davvero “nero”.

La Light pollution map interattiva  compilata partendo proprio da misurazioni e studi scientifici offre un colpo d’occhio non lusinghiero della nostra penisola. Il cielo delle coste è off limits, anche le cime più alte delle Alpi non sono risparmiate, a partire dalla Valle D’Aosta. Comunque, al Nord, sono proprio le zone del confine alpino a offrire la vista migliore, in particolare in Piemonte, Lombardia, Trentino Alto Adige  e Friuli Venezia Giulia. A patto di allontanarsi dalle valli. Ma con uno sforzo in più, passando in Austria di alcuni chilometri, si possono trovare condizioni praticamente ideali.

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Arrampicarsi sulle cime più alte della spina dorsale della Penisola aiuta molto ma l’Appennino non spicca, a ben guardare, per avere il cielo più pulito, almeno nel Nord e centro Italia dove soffre comunque del bagliore che sale dalle città. Nel “continente”, a quanto pare, alcune zone della Toscana, in particolare nel grossetano, in Basilicata nel parco del Pollino o in Calabria, sulla Sila, sono i posti migliori. La Sardegna è invece la regione che offre, grazie alla bassa urbanizzazione, le zone più vaste di quasi assenza di inquinamento luminoso. Anche qui bisogna allontanarsi dagli insediamenti più “chiassosi”, come Olbia e Cagliari, o i centri turistici sulle coste. L’entroterra della Gallura, Monteacuto, ma soprattutto l’Ogliastra e la parte meridionale del golfo di Orosei, la Costa dei grifoni (tra Alghero e Bosa) e la Costa verde nel Sud Sardegna (praticamente le uniche eccezioni rilevante sulle coste italiane) sono le mete più buie disponibili, assieme all’Asinara. Se invece si ha a disposizione una barca adatta, ci si può allontanare fino a veder sparire tutto il resto del mondo civilizzato. Dalle isolette in mezzo al mare come Alicudi, Filicudi e Montecristo, i “puristi” del firmamento potranno invece ammirare un cielo praticamente primordiale, come quello che sovrasta i deserti o le zone più remote del Pianeta. Chi è stato sulle alture del deserto dell’Atacama, in Cile, racconta che nelle notti migliori la Via Lattea, ormai scomparsa dal nostro cielo, è talmente luminosa che si può addirittura vedere la propria ombra.

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