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Ritorno Juve
Un ritorno al passato, non tanto (o non solo) come giocatori, vedi Pogba, ma come filosofia. L’idea di affidarsi ai giovani di talento che potessero esplodere in un amen solo perché vestivano la maglia bianconera è andata in soffitta, meglio inserire gente che ha alle spalle centinaia di partite anche in campo internazionale. Ecco quindi l’idea Di Maria, che ha sì scelto la Juventus per giocare ad alti livelli e arrivare meglio preparato al Mondiale, ma che resta comunque un fior di professionista che appena arrivato ha fatto vedere di che pasta è fatto. Il Fideo non è tipo da tirare indietro la gamba, genio, classe e carisma ne fanno l’acquisto più prezioso, uno di quelle su cui Allegri sa di poter fare affidamento. Doveva essere così anche per Pogba, ma il francese ha subito dovuto fare i conti con un ginocchio capriccioso e un menisco che ha fatto crack proprio all’inizio della preparazione. La Juventus ha perso in un colpo solo Chiellini e De Ligt, ma ha soffiato Bremer all’Inter e piazzato il colpo Kostic. Ma qualcosa nell’ingranaggio ancora non va, il gioco latita e Vlahovic non è quello di Firenze. Lo 0-4 in amichevole con l’Atletico ha lasciato il segno, l’inizio del campionato dirà se la Juve ha le carte in regola per tornare al tavolo dello scudetto.
La Roma sogna con Dybala
Tra le cartoline dell’estate c’è senza dubbio la presentazione di Dybala al Colosseo Quadrato, di fronte a 10 mila tifosi in delirio che hanno colorato di giallorosso la notte romana, e lui, Paulo Dybala, seduto di fronte a loro con lo sguardo incredulo e sognante di chi da tempo non si sentiva tanto amato. La Juventus gli ha detto senza troppi giri di parole che non rientrava più nel progetto, l’Inter lo ha coccolato e poi lo ha lasciato andare, a inizio luglio il parametro zero più talentuoso in circolazione era senza squadra. Ci ha pensato Mourinho, e lui, appena arrivato, gli ha chiesto: «Che cosa vinciamo quest’anno?». Ed è stato sufficiente per mandare in delirio una piazza che si infiamma in un attimo (erano in 65 mila all’Olimpico per l’amichevole contro lo Shakhtar), basta darle un campione da amare e una squadra competitiva (e lo è anche grazie agli innesti di Matic e Wijnaldum, ma anche con la conferma di Zaniolo, tornato nel cuore dei tifosi) che li faccia sognare.
Stagione mai vista
Attenzione, perché quello che sta per iniziare è il campionato più anomalo che sia mai andato in scena, più simile a quello argentino (che prevede due campionati in uno, quello di Apertura e quello di Clausura) che a quelli cui siamo abituati. Una stagione spezzata in due, prima e dopo il 13 novembre, quando si fermerà tutto per il Mondiale e ci si darà appuntamento oltre 50 giorni dopo, quando sarà già il 2023. Nel mezzo 21 partite tra campionato e coppe, calendario super compresso con zero possibilità di tirare il fiato. E dopo la pausa via con la lunga discesa verso l’estate, visto che il campionato terminerà soltanto il 4 giugno, ben 295 giorni dopo il calcio d’inizio.