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L’esercito dell’Ucraina dovrebbe aver riconquistato circa mille chilometri quadrati di territorio, durante la prima settimana di settembre. È l’effetto della controffensiva a sorpresa penetrata per circa 50 chilometri all’interno delle linee nemiche, lanciata dai difensori ucraini nelle regioni di Kharkiv e Kherson, grazie alla quale decine di villaggi sono stati liberati dalle truppe di occupazione della Russia.
Le notizie arrivano veloci, spinte in particolare dai social media, pertanto è ancora difficile avere conferme indipendenti dell’effettivo risultato della controffensiva ucraina. Ma video e dispacci dei servizi di intelligence occidentali sembrano confermare quanto sostenuto dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky: gli occupanti stanno subendo gravi perdite e sono stati costretti alla ritirata.
I dati dal fronte
Dalla regione di Kharkiv, seconda città più grande dell’Ucraina situata nella parte nord orientale del paese, fino a quella di Kherson, capoluogo dell’omonimo distretto meridionale al confine con la Crimea, l’avanzata ucraina sembra procedere speditamente verso i più grandi centri urbani ancora in mano russa. I progressi al fronte hanno coinciso con la visita a Kyiv del segretario di Stato statunitense Antony Blinken, che ha dichiarato ai Reuters di aver “ricevuto un aggiornamento completo sulla controffensiva” dal quale si noterebbero “chiari e reali progressi sul terreno, in particolare intorno a Kherson, ma anche alcuni interessanti sviluppi nel Donbass”.
Altre conferme sembrano arrivare anche dal centro studi militari Institute for the study of war, il quale prevede che l’Ucraina possa riuscire a conquistare la città di Kupyansk, nella regione di Kharkiv, in 72 ore, tra il 9 e l’11 settembre. “Le posizioni russe nelle retrovie dell’Oblast di Kharkiv sono ora esposte a ulteriori avanzamenti ucraini e le forze ucraine probabilmente cattureranno Kupyansk entro le prossime 72 ore. La perdita di Kupyansk, e di altre aree posteriori su linee di comunicazione terrestri critiche, ostacolerà gli sforzi russi per sostenere le operazioni offensive e di difesa, ma non interromperà completamente le linee di comunicazione russe verso Izyum”, si legge nella dichiarazione dell’istituto riportata dal Guardian.
La resistenza contro l’occupazione
Inoltre assieme alle azioni militari ufficiali, nei territori occupati dai russi la resistenza partigiana ucraina continua a operare incessantemente. Solo ad agosto, infatti, ci sono stati almeno 9 attentati contro i funzionari russi nominati da Mosca come amministratori delle regioni ucraine. L’ultima azione è stata diretta contro la sede del partito Russia Unita, di cui fa parte il leader russo Vladimir Putin, aperta nella città meridionale di Melitopol dopo l’occupazione russa. L’edificio, usato per coordinare la propaganda russa e preparare i cittadini ucraini a un “referendum” per sancire l’annessione dell’area alla Federazione russa, è stato fatto saltare in aria. “Un altro passo avanti rispetto allo pseudo-referendum”, ha scritto ironicamente su Telegram il sindaco ucraino della città, Ivan Fedorov, in risposta alla notizia, come riportato da The Daily Beast.
È facile capire che il successo della controffensiva, oltre che al coraggio e alla tenacia ucraine, va imputato al forte sostegno militare dato a Kyiv dall’Occidente. Nelle ultime settimane sono aumentate le forniture di droni e gli impegni economici dei vari paesi europei e nord americani a sostegno della difesa ucraina, grazie ai quali il paese non è ancora caduto sotto il giogo di Mosca.
Taglia sul robot
Ma oltre ai sistemi offensivi, in Ucraina sono arrivati mezzi high-tech per l’assistenza dei civili, continuamente messi in pericolo dai bombardamenti indiscriminati dei russi. Tra questi si trova il robot TheMis, un veicolo terrestre a controllo remoto usato per evacuare i civili feriti dalle zone di conflitto. Il mezzo così efficiente che un think-tank moscovita, legato all’establishment militare russo, ha messo sulla sua “testa” una taglia di 1 milione di rubli, 16 mila dollari, per chiunque riesca a catturarlo e portarlo a Mosca. Per comprendere il valore della taglia, basta considerare che un soldato semplice russo guadagna poco più di 13 mila dollari all’anno, come riporta il Washington Post.