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La tesi proposta da molte autorità locali è che le centrali a carbone saranno utilizzate come supporto di riserva per le energie rinnovabili e durante i periodi di maggiore richiesta di elettricità. Ma il grande aumento di costruzioni di centrali a carbone preoccupa chi osserva con attenzione i dati sulle emissioni. Il Wall Street Journal propone una visione più ottimistica, sostenendo che mentre i nuovi progetti di carbone potrebbero significare che l’uso del combustibile fossile continuerà più a lungo, la velocità con cui si sta aggiungendo la capacità di energia rinnovabile probabilmente relegherà il carbone a un ruolo di supporto nel futuro mix energetico della Cina. In effetti, alcuni analisti climatici sospettano che le emissioni possano essere diminuite nel 2022, nonostante l’aumento del consumo di carbone superiore al previsto, e che possano continuare a diminuire quest’anno. Secondo i dati del China Electricity Council (ente sostenuto dallo Stato), nel 2022 le ore medie di funzionamento delle centrali a carbone cinesi sono diminuite di otto ore, mentre le ore medie di utilizzo della produzione di energia solare sono aumentate di 56 ore.
La corsa sulla transizione diventa marcia
Sebbene un maggiore consumo di carbone si traduca generalmente in un aumento delle emissioni, secondo i ricercatori di Citic Futures la Cina sembra bruciare più carbone di bassa qualità, generando meno energia e quindi meno emissioni per chilogrammo di carbone. La domanda di energia elettrica in Cina dovrebbe crescere del 6% quest’anno ma secondo il China Electricity Council una parte maggiore di tale domanda sarà soddisfatta dalla produzione di energia eolica, solare e nucleare, che si prevede rappresenteranno più della metà della capacità di produzione di energia elettrica della Cina entro la fine di quest’anno.
Meno ottimista Lauri Myllyvirta, uno degli autori del report del Centre for Research on Energy and Clean Air, che a Npr ha dichiarato: “La nuova capacità crea un’intera serie di interessi acquisiti per continuare a utilizzare il carbone più a lungo. È troppo presto per sapere quanto funzioneranno gli impianti e quale sarà il loro impatto sulle emissioni della Cina. La sfida, però, sarà che tutte queste centrali hanno proprietari interessati a guadagnare il più possibile dalla loro gestione“. Vero, anche se il governo cinese non si farebbe scrupoli nel far rispettare limiti più bassi se decidesse di accelerare sull’abbattimento delle emissioni. L’obiettivo è rimasto lo stesso annunciato da Xi, il quale però è sceso a più miti consigli viste le contingenze e nell’ultimo anno ha ammorbidito i toni sull’argomento, ricordando che “il picco di carbonio e la neutralità del carbonio non possono essere realizzati da un giorno all’altro“. La corsa sulle rinnovabili ha rallentato il passo ma non è un cambio di direzione. Ci vorrà probabilmente più tempo, ma di lunghe marce la Cina se ne intende.