giovedì, Luglio 3, 2025

Mission: Impossible è sempre più la storia di Tom Cruise e della sua identificazione con Ethan Hunt

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Ad ogni modo Ethan Hunt è come se viaggiasse indietro nel tempo ad un periodo pre-internet (che poi è lo stesso da cui viene il franchise Mission: Impossible) in un film pieno di richiami al primo, quello del 1996 di Brian De Palma, in cui non si fa che decantare ed esaltare la potenza sconfinata, terrorizzante e ubiqua della IA, con dei visual di una specie di occhio su tutti gli schermi (come fosse quello di Sauron). È abbastanza risibile come idea, come presupposto e come minaccia, ma funzionale al conflitto tra Cruise (l’attore, il vero protagonista di tutto) e la sua lotta contro il tempo per non invecchiare, non essere superato, non passare di moda e non perdere la sua presa sul pubblico. È in realtà lui, che con l’aiuto di molta tecnologia, rimane giovane, continua ad essere una star d’azione a 61 anni, dimostrandone almeno dieci di meno e lotta in ogni scena.

Al di là di questo e di una certe banale convenzionalità di tanti snodi (non è l’intreccio quello che conta in un film come questo, davvero) Mission: Impossible – Dead Reckoning – Parte Uno, come già i suoi predecessori diretti da Christopher McQuarrie (Rogue Nation e Fallout) sì conferma l’unico vero grande franchise diretto e scritto in modi magistrali. L’unico a fare cinema di livello altissimo, unito a intrattenimento ugualmente alto. L’inseguimento a Roma in cinquecento ma anche la sequenza del treno sono momenti molto più precisi, delicati e divertenti di quel che si vede nella concorrenza ma a fare il vero salto è quello che accade tra sequenza d’azione e sequenza d’azione. Tutti i film come questo raccontano la stessa pappa scodellata: parlano di onore, giustizia, fratellanza e amore. Sempre uguali, sempre banali. Lo fa anche Mission: Impossible, ovviamente, ma c’è qualcos’altro. La strana vita dei protagonisti li distacca dalla normalità e dalle relazioni ordinarie (che poi, di nuovo, è quello che capita ad una megastar come Cruise: vivere fuori dal mondo vero) e li mette alla ricerca di uno scampolo di sentimenti, anche poco, anche briciole magari con una sconosciuta. Questa non è la storia di un’eroe con grandi avventure e grandi emozioni ma di uno con grandi avventure e grande amarezza, piccoli sentimenti e tanto desiderio irrealizzabile che qualcosa cambi.

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