giovedì, Luglio 3, 2025

Ötzi, l'uomo di Similaun, non era come ce la siamo sempre immaginato

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Pelle e occhi scuri e quasi del tutto calvo: era questo l’aspetto di Ötzi, il nome con cui viene chiamata la mummia, la più antica rinvenuta in un ghiacciaio, trovata da alcuni escursionisti nel 1991 sul Tisenjoch, nelle Alpi dell’Ötztal, in Alto Adige. Oggi i resti della mummia del Similaun, o uomo di Similaun (altri soprannomi che vengono utilizzati per indicarlo), che risalgono al periodo compreso tra il 3350 e il 3120 a.C., sono conservati a Bolzano, nel Museo archeologico dell’Alto Adige. Finora le ricostruzioni hanno sempre descritto Ötzi come un uomo dalla pelle chiara e dalla folta barba e capigliatura.

La ricostruzione dell’aspetto di Ötzi

AFP/Getty Images

Nuovi studi del suo dna, prelevato dal bacino della mummia, hanno invece mostrato come il colore della pelle sia invece molto simile a quello di Ötzi quando ancora era in vita. In precedenza, si pensava che la pelle si fosse scurita successivamente, a contatto con il ghiaccio. La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Cell Genomics e prosegue spiegando che, oltre al suo aspetto, dal dna è emerso che l’uomo avesse un’alta affinità genetica con gli agricoltori dell’Anatolia. Inoltre, Ötzi era predisposto allo sviluppo del diabete di tipo 2 e dell’obesità. Tra gli studiosi che hanno partecipato allo studio ci sono Ke Wang, Kay Prüfer, Ben Krause-Kyora, Ainash Childebayeva, Verena J. Schuenemann, Valentina Coia, Frank Maixner, Albert Zink e Stephan Schiffels e Johannes Krause.

Nel 2012 è stato pubblicata la prima sequenza del genoma completa della mummia, che aveva mostrato come Ötzi condividesse molte affinità genetiche con le attuali persone che vivono in Sardegna, anche se in seguito, dagli studi effettuati sul patrimonio genetico degli uomini vissuti tra il 4.000 e il 3.000 a.C. è emerso che quelle componenti erano molto diffuse in tutta Europa nel Neolitico. Nel caso dello studio effettuato nel 2012, era stata utilizzata la piattaforma di sequenziamento Abi Solid che, rispetto agli strumenti impiegati in questo caso, presenta una copertura molto più bassa. La tecnologia di Illumina, uno dei nuovi strumenti per lo studio del dna, ha permesso di portare avanti la ricerca in modo meno dispendioso e più preciso.

Restano ancora avvolte nel mistero le motivazioni che si celano dietro alla morte violenta di Ötzi: dalle prime analisi che erano state effettuate sul corpo della mummia si pensava, infatti, che fosse morto di freddo. In seguito, invece, grazie ai raggi X che sono stati impiegati successivamente nel 2001, è stata trovata una punta di freccia nella sua spalla e ferite alla testa e alle mani.

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