giovedì, Luglio 3, 2025

Covid-19: si attende oggi il via libera dell'Ema per il nuovo vaccino

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Come viene annunciato da Repubblica, l’autorizzazione da parte dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema) per il primo dei nuovi vaccini contro Covid-19, quello prodotto da Pfizer, dovrebbe arrivare a breve. Così facendo, quindi, l’Ema darà inizio ufficialmente alla procedura per la campagna vaccinale del prossimo autunno.

Come saranno i nuovi vaccini

In particolare, si tratta di una nuova formulazione di vaccini a mRNA e proteici (formulazione aggiornata monovalente Xbb.1.5), di cui si prevede la disponibilità di dosi a partire dal mese di ottobre. L’obiettivo della campagna nazionale, come riporta una recente circolare del Ministero della salute, è quello di prevenire la mortalità, le ospedalizzazioni e le forme gravi di Covid-19 nelle persone anziane e con elevata fragilità, e proteggere le donne in gravidanza e gli operatori sanitari e sociosanitari. “A questi gruppi di persone”, si legge nella nota, “è raccomandata e offerta una dose di richiamo a valenza 12 mesi con la nuova formulazione di vaccino aggiornato. La vaccinazione potrà inoltre essere consigliata a familiari e conviventi di persone con gravi fragilità”.

Contro le nuove varianti

I nuovi vaccini monovalenti sono stati sviluppati per combattere la sottovariante Xbb.1.5. “Ma funzionano anche contro quelle più nuove”, ha precisato Marco Cavaleri responsabile della strategia vaccinale dell’Ema. Come per esempio la Ba.2.86, soprannominata Pirola. Come vi abbiamo già raccontato, questa variante si sta diffondendo in diversi Paesi, per primi Stati Uniti, Regno Unito e Danimarca, ma non è ancora stata individuata in Italia. Dato che i suoi potenziali effetti non sono ancora noti, Pirola è stata posta sotto stretta sorveglianza dall’Organizzazione mondiale della sanità per l’elevato numero di mutazioni genetiche che presenta sulla proteina spike.

La variante Pirola

Ora un nuovo studio italiano pubblicato sulla rivista Journal Medical Virology ne ha indagato ulteriormente le caratteristiche. Il team di ricerca, coordinato da Massimo Ciccozzi, direttore dell’Unità di statistica molecolare e di Epidemiologia del Campus Bio-Medico di Roma, e Fabio Scarpa, del Dipartimento scienze mediche dell’Università di Sassari, ha infatti osservato come la variante Ba.2.86 presenta 40 mutazioni che potrebbero aiutare il virus a eludere la risposta immunitaria, ma sarebbero due da monitorare attentamente perché potrebbero renderla più diffusibile.

La prima mutazione, spiegano i ricercatori, richiama il ceppo originale di Wuhan, mentre l’altra ricorda la variante Delta. Tuttavia, data la scarsità di dati, saranno necessarie ulteriori indagini per capire se Pirola sarà più pericolosa delle varianti precedenti oppure no. “Attualmente non desta particolari preoccupazioni, ma serve attenzione, considerate le sue caratteristiche e le molte mutazioni, ha spiegato Ciccozzi. “È stata posta sotto l’attenzione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, perché era stata trovata in differenti Stati, senza però che ci fosse un nesso epidemiologico, ovvero un legame con spostamenti di persone infettate. In ogni nazione in cui è stata isolata sembra essere a se stante”.

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