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Un potente terremoto di magnitudo 7,7 ha colpito il centro del Myanmar (la ex Birmania) venerdì 28 marzo, con epicentro localizzato a 16 chilometri a nord-ovest della città di Sagaing alle 14:20 ora locale. L’entità dei danni e il numero delle vittime in Myanmar non sono noti al momento. Si temono migliaia di morti. Il paese, precipitato nella guerra civile dopo il colpo di stato militare del 2021, è sostanzialmente isolato e le informazioni filtrano con estrema difficoltà. La giunta militare al potere ha decretato lo stato di emergenza in sei regioni, chiedendo aiuto alla comunità internazionale.
Le intense scosse sono state avvertite anche nei paesi limitrofi, in particolare in Thailandia, dove si registra già un primo bilancio provvisorio di un morto e 50 feriti a Bangkok per il crollo di un edificio, e nella Cina meridionale.
I danni in Myanmar
Il terremoto, con una profondità relativamente superficiale di soli 10 chilometri, è stato seguito da una replica di magnitudo 6,4 appena dodici minuti dopo la prima scossa, peraltro avvertita in un’area molto vasta che comprende tre paesi: Myanmar, Thailandia e Cina. Nella capitale di Myanmara, Naypyidaw, le strade sono state visibilmente deformate sotto l’effetto delle scosse e frammenti di soffitto sono precipitati dagli edifici. Nella città di Mandalay, seconda metropoli del Myanmar con circa 1,6 milioni di abitanti e situata nei pressi dell’epicentro, il sisma ha danneggiato parte dell’antico palazzo reale e numerosi edifici, come documentato da video e fotografie diffuse sui social media. Diversi testimoni hanno riferito di aver visto crollare davanti ai loro occhi edifici di cinque piani e una casa da tè con persone intrappolate all’interno, al punto che le operazioni di soccorso si sono rivelate particolarmente complicate. Nella regione di Sagaing, immediatamente a sud-ovest di Mandalay, è crollato un ponte storico di 90 anni e alcune sezioni dell’autostrada che collega Mandalay e Yangon, la città più grande del paese, hanno subito danni significativi, del resto prevedibili in un’area notoriamente sismica ma caratterizzata da infrastrutture fragili e sviluppo urbanistico disordinato.
I sismi sono relativamente frequenti in Myanmar, dove sei terremoti di magnitudo pari o superiore a 7 si sono verificati tra il 1930 e il 1956 nei pressi della faglia di Sagaing, che attraversa il centro del paese da nord a sud. Nel 2016, un terremoto di magnitudo 6,8 aveva colpito l’antica capitale Bagan, provocando tre morti e il crollo di numerosi templi in questa importante destinazione turistica. Nel novembre 2012, un altro terremoto di magnitudo 6,8 aveva causato 26 morti e centinaia di feriti: la debolezza delle infrastrutture e l’insufficienza dei servizi sanitari, soprattutto nelle zone rurali, hanno reso la popolazione particolarmente vulnerabile in caso di catastrofi naturali.
Le scosse in Thailandia e Cina
Al momento sono disponibili più informazioni su quanto sta avvenendo in Thailandia: le scosse hanno causato scene di panico a Bangkok, dove uffici e negozi sono stati evacuati e alcuni servizi della metropolitana sospesi. Un video virale sui social media mostra il crollo di un grattacielo con una gru in cima, avvolto da una nube di polvere, mentre le persone nelle vicinanze urlano e scappano. L’incidente è avvenuto nei pressi del famoso mercato di Chatuchak. Le autorità thailandesi hanno confermato un morto e 50 feriti, mentre una persona risulta ancora intrappolata sotto le macerie, dopo che l’edificio è collassato in pochi istanti.
La prima ministra thailandese, Paetongtarn Shinawatra, ha immediatamente convocato una riunione d’emergenza, dichiarando poco dopo lo stato di emergenza per Bangkok, città che ospita oltre 17 milioni di persone, molte delle quali vivono in appartamenti situati in grattacieli. L’intensità del sisma ha provocato il trabocco dell’acqua dalle piscine situate sui tetti degli edifici più alti, mentre i detriti cadevano da numerose strutture durante il lungo terremoto che ha scosso la città. Nonostante la forza del sisma, l’aeroporto Suvarnabhumi di Bangkok ha ripreso le operazioni regolari circa due ore dopo anche se alcuni passeggeri hanno riferito di aver perso il volo a causa del panico scatenato dalle scosse. Le scosse sono state avvertite fino nella provincia cinese dello Yunnan (sud-ovest), dove l’agenzia sismologica cinese ha registrato un terremoto di magnitudo 7,9, e anche nella provincia del Guangxi.
(articolo in aggiornamento)