domenica, Giugno 1, 2025

Intelligenza artificiale e animali, come la tecnologia può salvare la fauna selvatica del Parco Nazionale d’Abruzzo

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L’intelligenza artificiale arriva anche in soccorso degli animali. La salvaguardia della fauna selvatica è infatti da tempo una delle sfide più complesse nelle aree italiane e delle riserve con i confini aperti e senza barriere che impediscono agli animali di uscirne, ma oggi, grazie a un progetto sperimentale ambizioso e visionario, si compie un passo avanti fondamentale. Nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), insieme all’Università dell’Aquila e all’associazione Salviamo l’Orso, è stato sviluppato e testato Wadas: il Wild animal detection and alert system. Questo sistema open source, realizzato con il supporto tecnologico di Intel e Reolink, utilizza algoritmi di intelligenza artificiale per rilevare e riconoscere gli animali in situazioni di pericolo, permettendo un monitoraggio continuo e una gestione più efficace degli spostamenti della fauna.

Il cuore del progetto: computer con AI e super processori Intel

Perché Wadas potesse funzionare anche in zone remote, senza bisogno di connessioni complesse o server esterni, serviva una tecnologia potente ma efficiente. Ed ecco entrare in gioco gli AI pc equipaggiati con i processori Intel Core Ultra serie 200V, processori che integrano una Cpu, una Gpu e una Npu (Neural processing unit) capaci di ripartire dinamicamente i carichi di lavoro per garantire prestazioni ampiamente superiori alla media. Con una potenza di elaborazione che può arrivare fino a 120 Tops (Tera operations per second) e una durata della batteria fino a 20 ore, rappresentano il cuore pulsante del sistema Wadas, garantendo un’elaborazione rapida e locale delle immagini, senza compromettere l’efficienza energetica.

Grazie ad un’avanzata visione notturna, anche di notte gli animali vengono monitorati

Ufficio Stampa Reolink

Reolink: l’occhio elettronico nascosto tra gli alberi

A supportare la raccolta dei dati visivi ci pensano le videocamere Reolink Go Ranger PT, ideali per ambienti complessi come quelli del Pnalm. Dotate di visione notturna non invasiva grazie a un’apertura di diaframma f1,6 e Led infrarossi a 940 nm (invisibili sia per gli animali che per l’occhio umano), queste telecamere di sorveglianza catturano immagini nitide in ogni condizione di luce, inoltre grazie alla capacità pan-tilt e alla risoluzione 4K effettiva, monitorano ampie porzioni di territorio, garantendo una copertura visiva precisa e dettagliata così da ottenere dati di alta qualità senza disturbare gli animali.

Monitorare senza disturbare è il segreto del successo

Il successo di Wadas non è solo frutto della tecnologia, ma anche della sinergia tra esperti naturalisti, sviluppatori software e istituzioni locali. Salviamo l’Orso e il Pnalm hanno portato nella collaborazione un patrimonio di conoscenze inestimabile, fondamentale per tarare il sistema sulle esigenze concrete del territorio e della fauna. Gli esperti del parco, in particolare, vantano una competenza unica sull’orso bruno marsicano, una delle specie più a rischio della penisola, rendendo possibile un’applicazione immediata e mirata delle nuove tecnologie.

Come ha sottolineato Luciano Sammarone, Direttore del Pnalm, “la tecnologia, se usata con intelligenza e sensibilità, consente di monitorare la fauna riducendo al minimo il disturbo”. Wadas, infatti, riesce a riconoscere la presenza di animali e inviare notifiche in tempo reale agli operatori senza necessità di interventi umani invasivi. Grazie all’elaborazione locale, il sistema riesce a elaborare grandi quantità di dati in tempi rapidissimi, identificando specie e potenziali minacce con un tasso di accuratezza pari al 97,4%. Un risultato che apre scenari molto promettenti anche in altri contesti di conservazione. È scontato sottolineare che la rilevazione esatta di una specifica specie di animale è fondamentale per l’intervento da parte della Guardia Forestale, infatti in caso di uscita dai confini di un orso o di un lupo l’intervento sarà molto più rapido rispetto ad altre specie di animali che sono meno un rischio per gli esseri umani o sono meno protette.

Uno degli obiettivi più concreti di Wadas è la riduzione degli incidenti tra veicoli e fauna selvatica, una delle principali cause di mortalità per molte specie, orso bruno marsicano incluso. Stefano Orlandini, Presidente di Salviamo l’Orso, ha ricordato come proprio la mitigazione del rischio stradale sia stata una delle prime motivazioni che hanno dato vita al progetto. I futuri sviluppi prevedono la creazione di dispositivi smart, come segnali stradali luminosi o mangiatoie motorizzate, in grado di attivarsi automaticamente alla presenza di animali, riducendo il rischio per automobilisti e fauna.

Un modello replicabile in altri territori

Uno degli aspetti più interessanti del progetto è il suo carattere open source: Wadas non nasce come un prodotto commerciale, ma come un modello replicabile, adattabile e migliorabile da chiunque. Questa scelta apre la possibilità di esportare la tecnologia in altri parchi, riserve e territori naturali italiani e non solo. L’obiettivo finale è semplice quanto ambizioso: rendere la tecnologia un alleato quotidiano della natura, aiutando uomini e animali a convivere in un equilibrio più armonioso. Il progetto Wadas è solo uno degli esempi più recenti di come l’intelligenza artificiale possa essere impiegata a tutela della biodiversità. Sistemi di analisi predittiva, sensori intelligenti e reti neurali sono strumenti sempre più diffusi nella lotta contro la perdita di habitat, il bracconaggio e i cambiamenti climatici.

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