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In un’epoca in cui gli smartphone di punta sono in grado di affrontare qualunque sfida informatica, dal gaming spinto al montaggio video, potrebbe sembrare superfluo acquistare un dispositivo dedicato esclusivamente ai videogiochi. In realtà non è così e, a parte un evidente fattore nostalgia che traspare in maniera netta dalle scelte di design delle case produttrici, esistono motivi ben più logici e pratici per affidarsi a una console Android.
Il primo vantaggio, è presto detto, è relativo ai controlli fisici dedicati. A differenza degli smartphone, che si affidano al touchscreen, la presenza di levette, grilletti analogici e layout ergonomici studiati per il gioco prolungato può fare davvero la differenza. Il secondo punto è più sottile, ma fondamentale, ovvero la separazione tra vita digitale e gaming. Usare lo smartphone per giocare significa prosciugarne la batteria, esporlo a surriscaldamenti e correre il rischio di essere distratti continuamente con notifiche, chiamate, messaggi e app in background. Una console Android permette invece di dedicarsi al gioco senza compromessi. Altro fattore da non sottovalutare, è la flessibilità dell’ecosistema Android, con la possibilità di installare qualsiasi app, accedere al cloud gaming, emulare (legalmente, ne parliamo in seguito) vecchie console o giocare ai titoli mobile più recenti senza limiti di compatibilità. Infine c’è la questione autonomia: se da una parte le console portatili più potenti possono gestire titoli più complessi, quelle basate su hardware compatibile con Android montano processori più modesti ma molto meglio ottimizzati, e possono accompagnarti per sessioni di gioco molto più lunghe.
