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«Fino a sette anni fa non sapevo attaccare nemmeno un bottone, ma quando mi sono messo davanti a una macchina da cucire era come se lo avessi fatto da sempre. E se non cucio tutti i giorni mi manca qualcosa». A parlare è Paolo Grechi, titolare e fondatore della Sartoria Sportiva, dove ogni idea può diventare realtà, cucitura dopo cucitura, un viaggio nella storia dello sport da dove pescare e rifare maglie e modelli entrati nella storia.
Dall’idea alla maglia
Ogni appassionato di sport conserva nel cuore e nella mente l’immagine di un idolo, di un campione che per lui ha significato qualcosa di speciale. Così come può esserlo una finale, un gol, una partita decisiva, un momento unico che resta impresso e che si vorrebbe far rivivere. E, in un certo senso, si può. Facendo un tuffo nel passato per poi poter stringere tra le mani (e indossare) quel particolare capo di abbigliamento cui si è legati: «La maggior parte delle volte si tratta di riproduzioni storiche, rifatte fedelmente quando posso, perché ci possono anche essere problemi di copyright legati agli sponsor», racconta Paolo Grechi a GQ. «Io faccio una rievocazione sartoriale di quel prodotto per creare qualcosa di unico. Cerco di entrare nell’epoca di quando un prodotto è esistito: se devo fare una giacca di un college americano la devo riprodurre con qualcosa che richiami quei tempi, come la stessa font del nome o le lettere cucite e non stampate, proprio come si faceva allora, e questo acquista molto più fascino».
Un luogo dove ci si può perdere andando indietro nel tempo: «Si tratta di una piccola bottega, più che di un negozio, nella quale realizzo il prodotto che mi chiede il cliente. Mia nonna era una sarta, e qualcosa nel Dna è rimasto, e quando le persone andavano da lei chiedevano un abito o una camicia su misura a seconda del loro gusti. Io faccio un prodotto che si basa sull’idea del cliente, non è qualcosa che gli fornisco io. Lavoro singolarmente su ogni idea perché diventi un prodotto unico, ecco perché l’ho chiamata Sartoria Sportiva».
Ogni maglia è unica
Calcio, ma non solo («Da appassionato di atletica ho riprodotto le maglie indossate da Jesse Owens, Pietro Mennea, Abebe Bikila»), con prezzi che variano dai 50 ai 120 euro, a seconda di ciò che si vuole fare. Una maglia da calcio degli anni ’70, ad esempio, può essere fatta in versione jersey (proprio come le maglie da gioco indossate), ma anche in versione polo (con bottone e colletto), oppure come felpa, mantenendo intatte le caratteristiche originali.