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Per Valerio camicia Fendi, T-shirt Iuter, pantaloni Marni, sneakers Converse, collana Dior, cappello New Balance Per Tancredi cappello e bomber Moschino, felpa Iuter

Sebbene entrambi nella stessa città e già celebrità social, ci è voluto il classico amico comune perché si conoscessero. Dice Valerio: «È stato 4 o 5 anni fa, il mio migliore amico del tempo era il suo vicino di casa. Tanc(redi, ndr) lo vedevo sui social ma non sapevo dove abitasse. Poi una volta ho messo una storia nella via della casa di questo mio amico, e lui mi ha scritto “ma quella è la via di casa mia”, ed effettivamente eravamo a 300 metri. Quindi ci siamo visti, siamo usciti, poi ci siamo rivisti a Milano e alla fine siamo andati a vivere insieme». Cosa ne pensano della parola influencer, loro che appartengono all’epoca d’oro del genere? Valerio: «A me influencer o content creator non cambia. Puoi chiamarmi come vuoi ma io quello faccio. Comunque l’idea è fare dei numeri… e usarli per quello che poi ti piace davvero, che per me è la musica». «E per me l’arte», aggiunge Tancredi.

Ma come si fanno questi numeri? Valerio: «All’inizio ti devi impegnare, poi quando hai spaccato puoi rilassarti un po’. All’inizio io postavo un video al giorno, tutti i giorni, mi svegliavo e ci mettevamo in salone e organizzavamo il piano per la giornata, andavamo a comprare le cose che servivano, la sera editavo, pubblicavo e il giorno dopo di nuovo. Facevo tipo 200 mila follower al mese e tutti i video facevano milioni di visualizzazioni. Non uscivamo mai di casa, ma dopo 3 mesi così non mi andava più, mi sentivo obbligato, avevo l’ansia e lo stress del video del giorno dopo. Quindi anche nei commenti mi scrivevano “ti vedo spento, sembra che non ti va più”. E ho pensato basta, perché più i contenuti sono forzati e peggio vengono». Tancredi: «Anch’io ho abbandonato completamente YouTube perché non avevo più ispirazione, non avevo più niente da dire. Adesso invece lavorare con le immagini, con i vestiti, è diverso. A me è sempre piaciuto vestirmi e osare con i vestiti. È una passione che viene da mia madre. Anche disegnando provavo a crearmi dei vestiti o il mio merchandising. Lì ho capito che poteva essere una strada da seguire, anche se ovviamente non è una cosa semplice». 

Valerio: «Sai, il lato negativo del cambiare è che la gente non ti crederà. È come se un calciatore decidesse di fare il cantante, la gente pensa “ma che cazzo fai?”, e sta a te convincerli». 

Valerio: «Rispetto a Ryan e Mattia che hanno cominciato da meno tempo magari noi sembriamo più spenti perché abbiamo visto anche i lati brutti di questo mondo, sembriamo cinici. Ma è normale, è solo consapevolezza».

Chiedo loro se grazie a questa consapevolezza c’è un consiglio che si sentono di dare a chi è affascinato dall’idea di diventare un influencer, o un creator, o di fare i numeri, come dicono loro. Valerio: «Non lasciare che la fama ti dia alla testa. È difficile, ma resta coi piedi per terra e trova un gruppo di amici prima di esplodere, perché dopo nessuno sarà mai più vero». Tanc: «Se vuoi spaccare ci vuole costanza». 

Foto: Guido Borso

Styling: Francesca Izzi

Styling Assistant: Michele Rombola
Grooming: Martina Russo
Produzione: Gloria Gotti
Assistant prod.: Sofia Vogliazzo

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