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Anni Ottanta, Maren è una studentessa delle superiori dall’apparenza timida, con un padre severo che le concede poche libertà. Da poco è arrivata in città e fa fatica ad ambientarsi nella nuova scuola. Fortuna che una delle altre studentesse l’ha presa in simpatia: “Questa notte vieni a stare da me con le mie amiche”, le dice. “Mio padre non me lo permetterebbe”, le risponde Maren. “E tu fai finta di andare a dormire e poi sguscia fuori”.
-Attenzione, (per chi non abbia l’omonimo libro) seguono alcuni spoiler sulla trama del film –
Comincia così , nel più “normale” dei modi, Bones and All, il nuovo film di Luca Guadagnino presentato a Venezia. Ma tutto cambia in un attimo quando Maren, che ha seguito il consiglio dell’amica e l’ha raggiunta nella notte, del tutto inaspettatamente tenta di mangiare il dito che lei le “offre” solo per mostrarle il colore dello smalto appena messo.
Il mattino dopo, il padre che fino ad allora aveva cercato di nascondere il suo segreto, se ne va lasciandole qualche dollaro, il certificato di nascita della madre, di cui fino ad allora non aveva voluto rivelarle nulla, e una musicassetta sulla quale ha inciso tutto quello che sa della sua “condizione”: un bisogno irresistibile di cibarsi di carne umana che si era manifestata fin dall’infanzia quando aveva divorato la sua babysitter.
Sola e on the road alla ricerca della madre, Maren scoprirà di non essere l’unica cannibale in circolazione e troverà l’amore in Lee, l’unica persona in cui finalmente può rispecchiarsi.
-fine spoiler –
Per il suo primo film americano, Guadagnino ha puntato su una coppia di giovanissimi interpreti scegliendo per il ruolo di Maren Taylor Russell e, per quello di Lee, Timothée Chalamet da lui lanciato con Chiamami col tuo nome e divenuto, nel frattempo, un divo.
«Ho interpretato la condizione di Lee e Maren come una metafora della diversità, della vergogna, delle dipendenze, di tutti quei demoni che le persone si trascinano dietro e che non riescono a scrollarsi di dosso», spiega Chalamet, che è anche produttore del film e che ha avuto modo di intervenire dal punto di vista creativo sulla sceneggiatura firmata da Dave Kajganich. E su Lee, aggiunge: «Si tinge i capelli, si veste in un certo modo, si atteggia da figo, ma il suo è un equilibrio molto fragile».