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Presentato in concorso allo scorso Festival di Cannes, Le buone stelle – Broker, in sala dal 13 ottobre (qui sopra, una clip in esclusiva) per Lucky Red e Koch Media, è il secondo film di Hirokazu Kore’eda in lingua non giapponese (il primo è stato, tre anni fa, La Verità, in francese, con Catherine Deneuve e Juliette Binoche). Questa volta il regista ha scelto una lingua, un’ambientazione e un cast coreani tra cui spicca Song Kang-ho, celebrato interprete di Memorie di un assassino, Jsa, Thirst e del film premio Oscar Parasite; Song si è aggiudicato il premio come miglior attore alla kermesse francese per la sua interpretazione lieve, bonaria e calibrata di Sang-hyun, lo scalcinato proprietario di una lavanderia al fallimento. “Broker è uno dei progetti più avvincenti di Hirokazu Kore’eda”, aveva detto in conferenza stampa l’attore, “è un artista che accetta sempre le sfide e questo mi impressiona molto” aveva commentato. E a ragione, perché Le buone stelle – Broker è una riflessione sulla famiglia, è una storia tragica e desolata che però il regista riesca a trasformare con grazia e maestria in un healing drama.