martedì, Settembre 2, 2025

Grafene, e se il prendesse il controllo dell'umanità?

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Parliamo di una sostanza terrificante, di cui stiamo ancora studiando gli effetti sulla civiltà. “Sfortunatamenteriporta un utente di Facebook – , la sequenza genomica del viscidume nero è così profonda che servirebbero decenni, forse centinaia di anni per decodificarla“. A volte il corpo lo rigetta la sostanza, come nel caso (riportato anche dalla Bbc), del ricercatore di ufo Max Spiers, che ha vomitato due litri di liquido nero prima di morire nel 2016. La maggior parte delle volte, tuttavia, la ospitiamo inconsapevolmente all’interno del nostro corpo, dove il viscidume ci intossica influenzando ogni nostro pensiero e azione. Questo è uno dei motivi per cui molti credono che si tratti di ossido di grafene, che tra le sue caratteristiche annovera un tipo di programmabilità coerente con il controllo mentale di cui è capace il viscidume nero. Come se non bastasse, poi, l’ossido di grafene vien comunemente abbreviato in GO. GO, proprio come in black goo.

Quando ci si imbatte per la prima volta in questo tema – raccona Harald Kautz-Vella –, può sembrare una cosa strana, di poca importanza per la vita di tutti i giorni“. Kautz-Vella, chimico e attivista tedesco, è forse la massima autorità mondiale in materia di viscidume nero; su YouTube è possibile vedere i suoi numerosi interventi sul tema. Per Kautz-Vella, la sostanza è inafferrabile, almeno finché non si cerca di comprenderla. È la fonte nascosta di tutta l’aggressività del mondo, ciò che ci rende “privi di empatia” e “spietati” (la prima volta che è entrato in contatto con il viscidume, per esempio,  Kautz-Vella racconta di aver avvertito immediatamente l’urgenza di picchiare le donne). Ma “una volta che si riesce a capire cos’è – prosegue –, la domanda ‘Cosa governa la nostra vita?’ assume immediatamente un altro significato”. E ciò che governa la nostra vista è proprio questa sostanza. La vita è nata al viscidume nero, da cui oggi dipende e che alla fine ne causerà il declino.

La vittoria della narrazione sulla realtà

Ecco, quindi, che cosa è successo al grafene. È ovunque ed è diventato potentissimo. C’è chi giura addirittura che sia finito nei vaccini contro Covid-19. Questa è la “verità”. Il nostro, d’altronde, è un mondo in cui vince la narrazione migliore, e la narrazione migliore è sempre finzione, una verità liquida. I fatti non fanno vendere la scienza, gli ascensori spaziali sì. La fantascienza ci affascina e ci completa in modi in cui la banale realtà non potrà mai. In un episodio della prima stagione di Star Trek: The Next Generation, La pelle del male ,il Capitano Picard affronta una forza al servizio del male più puro, una forma di vita che si auto-assembla a partire da una pozza di viscidume nero. L’essere racconta che un tempo era buono: faceva parte di una razza di nobili creature, che poi però ha deciso di lasciarsi alle spalle tutto ciò che era malvagio e ha lasciato il viscidume a marcire, da solo, su un pianeta dimenticato. “Quindi eccoti qui – gli dice Picard –, a nutrirti della tua solitudine, consumato dal tuo stesso dolore, credendo alle tue stesse bugie“.

Questa è la verità – tutta la verità – sul viscidume nero. La verità è semplice e terrificante: il viscidume nero è reale e vi ucciderà. Perché è l’opposto della speranza,: è la sua ombra, un complotto. “Devo spiegarti cos’è la vera malvagità? – gli chiede Picard, prima di abbandonare la sostanza alla sua dannazione eterna . È sottomettersi a te“.

Questo articolo è comparso originariamente su Wired US ed è stato integrato da Lorenza Negri.

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