Questo articolo è stato pubblicato da questo sito
Un espediente collaudato nel cinema per dare maggior credibilità al personaggio di un film, rafforzandone la personalità, è creargli un ritratto e poi proporlo in una o più sequenze, giocando anche sul concetto della sospensione dell’incredulità. Se il volto dell’attore è anche in un dipinto, è più facile lasciarsi coinvolgere dalla storia, entrare in sintonia con l’intreccio. A volte sono ritratti di antenati, curiosamente simili ai propri discendenti, a volte sono ritratti misteriosi che possono provocare strane alchimie, in altri casi ancora sono dipinti ingannevoli, nati da scherzi dell’immaginazione. Di questo tema si sono occupati molti maestri del noir, genere molto congeniale al ritratto inventato, ma in verità non ci sono confini e si spazia dagli originali televisivi, come Ritratto di donna velata, al fantasy e all’horror.
(le date nella gallery si riferiscono a quella -fittizia/presunta- del quadro e a quella -reale- del film)