giovedì, Luglio 3, 2025

Elezioni europee, cosa devono fare le big tech per proteggerle

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L’Unione europea approverà presto nuove linee guida dedicate alle grandi piattaforme tecnologiche, per contrastare disinformazione e interferenze straniere in vista delle prossime elezioni europee. Il documento offre suggerimenti su come attuare le misure giuridicamente vincolanti già previste dal Digital service act (Dsa). In caso di violazioni o in assenza di azioni concrete, X di Elon Musk, Facebook o Instagram di Mark Zuckerberg e gli altri grandi social dovranno pagare sanzioni fino al 6% del loro fatturato globale.

Presentate dalla Commissione europea lo scorso febbraio, contestualmente con l’entrata in vigore del Dsa, le nuove linee guida si basano proprio sull’articolo 35 del regolamento, che determina il codice di condotta delle piattaforme. Le indicazioni contenute nel documento esplicitano come si debbano applicare le norme vincolanti ai contesti elettorali e pre-elettorali, per far sì che le piattaforme contribuiscano alla mitigazione dei rischi sistemici che possono minacciare l’integrità dei processi elettorali democratici.

Le richieste

Nel dettaglio, le piattaforme sono invitate a rafforzare i processi interni per l’identificazione delle minacce dirette a manipolare l’opinione pubblica nel contesto delle elezioni, raccogliendo informazioni sulla presenza e le attività degli attori politici sui loro social e identificando in che modo i loro servizi vengono usati per cercare, condividere o avere accesso a informazioni legate alle elezioni.

Un ulteriore passaggio riguarda la creazione di team di ricerca, specifici e facilmente identificabili, che si occupino del monitoraggio e della gestione dei rischi già prima dell’inizio di ogni processo elettorale. Le piattaforme dovranno poi essere informate sui contesti locali di riferimento, tenendo conto in particolare dei livelli di libertà di stampa, pluralismo, alfabetizzazione mediatica, della presenza e del peso delle organizzazioni della società civile.

Si passa poi al rafforzamento delle infrastrutture per il fact-checking tramite l’adeguamento ai più alti standard di metodologia, etica e trasparenza indicati dal Codice degli standard della Rete europea del fact-checking e, più in generale, l’adeguamento ai diversi standard europei in tema di contrasto alla disinformazione, discorsi di odio o integrità delle elezioni.

Le piattaforme dovranno poi promuovere e facilitare l’accesso per gli utenti alle fonti ufficiali delle istituzioni che regolano il processo elettorale, per migliorare l’affluenza e prevenire la diffusione di contenuti falsi, prevedere e sponsorizzare iniziative per aumentare l’alfabetizzazione mediatica collaborando con organizzazioni locali o istituzioni europee e applicare strategie che rinforzino la resistenza psicologica degli utenti ai tentativi di manipolazione.

Il sistema delle etichette

Per evitare la diffusione di contenuti disinformativi, dovranno essere istituite etichette per identificare i contenuti che hanno superato il fact-checking delle piattaforme, etichette che segnalino ogni contenuto prodotto tramite intelligenza artificiale, l’identificazione chiara e verificata degli account ufficiali controllati da politici o stati membri e indicazioni chiare sulla provenienza e l’accuratezza di tutti i contenuti digitali diffusi relativi alle elezioni.

Le linee guida tengono poi in considerazione anche il ruolo degli influencer, che dovranno sempre dichiarare se i contenuti da loro prodotti contengono messaggi politici e dovranno essere sottoposti a monitoraggio da parte delle piattaforme per identificare eventuali violazioni delle norme. Allo stesso modo, anche gli annunci politici dovranno essere chiaramente identificati e dovrà essere garantito un controllo accurato dei contenuti virali. Infine, le piattaforme dovranno assicurare un’adeguata rappresentazione di tutte le parti politiche ed evitare di silenziare voci di gruppi marginalizzati o minoranze, integrando le attività di controllo al rispetto dei diritti fondamentali.

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