giovedì, Novembre 14, 2024

Indagine conclusa, Samsung spiega perché i Galaxy Note 7 esplodevano

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Questo articolo è stato pubblicato da questo sito

(Foto: The Verge)(Foto: The Verge)

Adesso è ufficiale: dietro al disastro dei Galaxy Note 7 esplosivi, ritirati in fretta e furia da Samsung dopo un lancio che si preannunciava spettacolare, c’erano effettivamente le batterie. Lo ha rivelato l’azienda coreana in queste ore, al termine di una indagine durata mesi e volta a comprendere cosa sia andato storto nel processo di progettazione e costruzione di quello che doveva essere un dispositivo spettacolare, in grado di tenere testa a iPhone 7 e Google Pixel.

La batteria dei phablet era stata messa sotto accusa da tempo da tutti gli osservatori — gli incendi del resto partivano da lì — e anche diverse fonti ben informate sulle indagini in corso internamente a Samsung riferivano che i tecnici dell’azienda erano concentrati su quella componente. Dopo quattro mesi e le analisi di 700 esperti effettuate su 200mila smartphone e 30mila batterie, la risposta: alla base dei due modelli di accumulatore presenti su Note 7 c’erano due difetti differenti.

(Foto: Samsung)(Foto: Samsung)

Per quel che riguarda le unità prodotte da Samsung SDI, l’angolo in alto a destra metteva il sistema a rischio corto circuito: in quest’area l’elettrodo negativo, posizionato troppo vicino alla curvatura della scocca, rischiava di flettersi contro la parete interna del dispositivo andando a fare contatto con il catodo.
Nelle batterie di Amperex Technology Limited, ovvero quelle all’interno dei phablet sostitutivi, sembra invece che le saldature degli elettrodi positivi, realizzate incorrettamente, potessero perofare lo strato di isolante che le separava dall’anodo, portando allo stesso risultato finale.

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(Foto: Samsung)(Foto: Samsung)

Il denominatore comune è uno: la volontà di strafare. Progettare un gadget stipato di componenti e optional come Note 7 ha richiesto agli ingegneri l’inserimento di una batteria monstre per dotarlo di un’autonomia decente, probabilmente troppo grande per restare in sicurezza all’interno della scocca curvilinea del dispositivo. La società sta ancora pagando le conseguenze di questi errori, ma si può immaginare che a questo punto la lezione sia stata recepita.

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