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Monta la protesta sulla tassa di soggiorno. L’allarme è stato dato dagli albergatori di Bergamo e del comprensorio bergamasco ma si sta estendendo. L’dea base degli albergatori è questa: l’imposta di soggiorno è un ulteriore costo a carico del turista, e si tramuta quindi in un disincentivo a visitare il nostro Paese.
In molti comuni, oltre tutto, l’imposta di soggiorno ha subito gravi aumenti, rendendo la ripresa dei flussi turistici più difficile di come non sia. Dobbiamo sempre ricordare che due anni di pandemia hanno depauperato una parte di società, che quindi ha una potenza di spesa ridotta. Inserire su questa diminuzione di spesa anche una tassa incomprensibile, è oggettivamente troppo.
Lo scopo
Il vero problema della tassa di soggiorno è, inoltre che per la maggior parte dei casi i comuni non la riutilizzano per scopi turistici, ma la destinano ad altre voci del bilancio. Con il risultato che un segmento finanziario ottenuto dal turismo viene disperso nei bilanci dei comuni.
Se la tassa di soggiorno diventasse una tassa di scopo allora le cose potrebbero cambiare. Le risorse così acquisite devono obbligatoriamente essere usate nel turismo. Una sorta di redistribuzione del reddito. Naturalmente la modifica non si fa. Le associazioni s’impegnino in questo lavoro.