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Tutti pazzi per l’Eurovision Song Contest, e non solo perché quest’edizione si svolge in Italia (grazie ai Måneskin) o perché tra i favoriti ci sono i campioni italiani Mahmood e Blanco. Come sottolinea uno dei primi ospiti e performer, Diodato, l’emozione quest’anno è forte perché – per chi ha comprato il biglietto per assistervi – è uno degli spettacoli in presenza più grandi che il nostro paese abbia ospitato negli ultimi 3 anni, uno spettacolo di condivisione, unione e pace.
Perché lo spirito dell’Eurovision Song Contest è il primo elemento a fare grande l’ESC. Ed è lo stesso che, nel segno della trasversalità e universalità della musica, esclude dal voto dei singoli paesi i suoi campioni. Quindi, per evitare di cadere in gaffe polemiche tipo «non mi fanno votare l’Italia perché è un complotto», è utile un ripasso, una guida-spiegone all’ESC, altrimenti nota come «Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sull’Eurovision Song Contest ma non avere mai voluto chiedere» (parafrasando Woody Allen, naturalmente).
Eurovision Song Contest, un po’ di storia
A proposito di storia, cominciamo da quella dei nomi di questo festival musicale internazionale. L’Eurovision Song Contest è chiamato anche solo Eurovision o con l’acronimo ESC. In italiano era precedentemente noto come Gran Premio Eurovisione della Canzone e informalmente come Eurofestival.
È nato nel 1956 a Lugano e organizzato annualmente dai membri dell’Unione europea di radiodiffusione (EBU, dall’inglese European Broadcasting Union), un’organizzazione internazionale che associa diversi operatori pubblici e privati del settore della teleradiodiffusione su scala nazionale e che opera i canali Eurovisione ed Euroradio.
Dalla prima edizione del 1956, l’ESC è stato trasmesso ogni anno senza interruzioni in tutto il mondo, fatta eccezione per il 2020 a causa della pandemia. È uno dei programmi televisivi musicali di livello internazionale più longevi di sempre e l’evento non sportivo più seguito al mondo, secondo i dati di ascolto.
I Paesi dell’Eurovision Song Contest
Nonostante il nome, l’Eurovision trascende i limiti geografici dell’Europa, poiché il riferimento è in realtà l’EBU e i Paesi che ne fanno parte, per esempio alcune tv come quelle del Libano, Marocco e Israele, che sono geograficamente fuori il confine del territorio Europeo, ma anche Azerbaigian, Georgia, Armenia e Turchia della cosiddetta “Eurasia”. Per non parlare dell’Australia, che con una delle sue tv pubbliche (la SBS, Special Broadcasting Service) è membro associato dell’EBU, ossia vi collabora attraverso un interscambio di produzioni, che dal 2016 è ufficialmente dentro la competizione, gareggiando come gli altri Paesi, con una sola differenza. In caso di vittoria, dovrebbe organizzare l’evento in Europa, in collaborazione con un broadcaster europeo.